Napoli. – Il voto di ieri che ha visto trionfare Luigi De Magistris determina una sconfitta drammatica per Il Popolo della Libertà in Campania, sia sotto il profilo del risultato che vede Lettieri ad appena il 35%, e sia per le conseguenze che le dinamiche future alimenteranno il percorso de “Il Popolo della Libertà campano.
Ha nettamente perso Silvio Berlusconi, ed i suoi dirigenti campani. Ma, senza ombra di dubbio, ha perso anche la città, quella parte numericamente maggioritaria della città che sente il cambiamento rispetto ad una politica clientelare e di malaffare che ha dominato gli ultimi venti anni di governo del centrosinistra a Napoli. Quella comunità perbene ha sentito il cambiamento, e lo ha concretizzato nel voto a De Magistris, un Pubblico Ministero con un curriculum professionale non proprio dei più lusinghieri.
Ma a far riflettere ed accertare che a Napoli con l’avvento di questi amministratori non c’è stato il cambiamento da tanto inseguito dei napoletani, o meglio non ci sarà. Analisi determinata dal fatto inconfutabile che a guidare la città insieme a De Magistris si accingono ad arrivare gli estremisti sinistroidi, quali i vendoliani, i rappresentanti di Rifondazione Comunista e dei Verdi, che con il loro inaccettabile modo di governare, e con i loro “no” strumentali, non hanno mai fatto partire il piano regionale dei rifiuti in Campania. Ed oggi la città stessa, con un voto plebiscitario, consegna le chiavi del cambiamento a chi in questi anni ha gettato la città nella “monnezza”, fatto che ha proiettato in modo negativo la città di Napoli sui tabloid di tutto il mondo, facendoci deridere come non avremmo mai meritato.
Dietro l’angolo delle trattative ecco arrivare i bassoliniani, i quali hanno chiuso l’accordo nel ballottaggio con De Magistris. I bassoliniani di nuovo al governo comunale, e questi uomini, sono noti in città perché usufruendo di consulenze milionarie hanno devastato le casse comunali, il bilancio. Tanto che mancano soldi per gli interventi ordinari e soprattutto di sostegno a disoccupati, anziani e disabili.
Chi oggi, grida esultante al cambiamento realizzato con l’arrivo di De Magistris a Palazzo San Giacomo dimostra in pieno la distanza dal ragionare e riflettere su certe dinamiche che imbriglieranno di nuovo i cittadini napoletani a subire i disastri amministrativi dei soliti noti della poltrona napoletana.
L’inizio della caduta del berlusconismo ha generato due mostri politici: Luigi De Magistris e Giuliano Pisapia. Ed è proprio Berlusconi con il suo atteggiamento di aggressione ai due candidati del centrosinistra ha fatto in modo di regalare a loro quello sprint finale che di fatto ha convinto gli elettori a scaricare i candidati de “Il Popolo della Lbertà”..
Ormai, è risaputo e confermato, che Silvio Berlusconi sta perdendo colpi anche sul terreno a lui congeniale, quello delle campagna elettorale. Una sciagura si è rivelata l’attacco in modo scellerato ai due estremisti ,quali Pisapia e De Magistris, ed ancor più catastrofica è stata l’uscita a pochi giorni dal voto , “chi vota sinistra è senza cervello”. La riflessione è d’obbligo: ma Silvio Berlusconi, ed i suoi esimi suggeritori hanno mai compreso che la sua fortuna elettorale è stata l’aggressione, sotto forma di autentico killeraggio mediatico, subita dalla sua persona grazie all’intensa attività dei giudici, di Michele Santoro e MarcoTravaglio? Ed oggi avrà inteso che è stato sconfitto per le stesse ragioni per le quali lui ha sempre vinto?
Il berlusconismo, nella sua peggiore accezione, non poteva, all’alba della sua caduta, regalare alla città di Napoli un sindaco che del suo estremismo ne ha fatto una componente vincente.
Con una strategia del miglior berlusconista è riuscito ad intercettare la protesta al governo nazionale, che si sente forte sul territorio italiano, e soprattutto con una strategia demagogica e degna del più grande furbetto del quartierino è riuscito ad ingannare i napoletani ponendosi come il contestatore di Bassolino e della Iervolino. E proprio gli uomini di Bassolino e della Iervolino, dopo essere stati determinanti al ballottaggio, passeranno all’incasso nelle prossime ore .Una profonda riflessione tutta interna a “Il Popolo della Libertà” è necessaria. Ma il dato forte ed inequivocabile che esce dal risultato di eri è questo: la città è stanca di Nicola Cosentino, Luigi Cesaro e Silvio Berlusconi, tanto da voler dar fiducia a De Magistris, interprete, di fatto, della continuità del malgoverno degli ultimi diciotto a Napoli. Ma Cesaro e Cosentino devono incassare le pesanti sconfitte di Casoria, Grumo Nevano e Poggiomarino, storicamente di centrodestra.
Gaetano Busiello