Sant’Anastasia. - Ogni anno, nella frazione della ridente cittadina anastasiana, si celebra il tanto atteso evento del simulato incendio al campanile del Santuario della Madonna dell’Arco.
La città si veste a festa, si popola e lo scenario è quello delle tipiche feste di provincia: bancarelle di torrone in piazzetta, bar affollatissimi, pullman che sostano alle spalle del Santuario a ridosso di parchi privati… Insomma una festa bellissima per i “forestieri” che, in un certo senso, per i residenti coincide con i soliti appuntamenti di inciviltà di alcuni cittadini e che finisce per esasperare alcuni abitanti i quali, pur sentendo molto la festività, a causa dell’eccessiva confusione e mercificazione dell’ evento sono costretti a barricarsi in casa .
Questi inconvenienti andrebbero eliminati in modo da far godere l’atmosfera della festa non solo agli invitati ovvero i turisti , ma soprattutto ai padroni di casa per cancellare così la sindrome post festa che lascia i residenti basiti la mattina dopo, quando per le strade c’è sporcizia dappertutto.
Ovviamente tutto questo accade a causa dello scarso senso civico, perché nonostante tutti gli episodi sopraelencati, la festa è radicata nella cultura dei fedeli, nei cittadini anastasiani, dei battenti e dei turisti (circa 5000) che, ormai da anni, accorrono in numerosi assistere allo spettacolo di forte impatto scenico: l’incendio simulato al campanile.
L’evento religioso potrebbe essere accolto con più gioia se venisse percepito solo come tale, non come confusione generale, per rendere omaggio al cristianesimo che è ordine e rispetto per il sacro. E’ importante riconoscere lo spessore e la nobiltà spirituale della festività per far capire a tutti la vera anima della manifestazione.
L’incendio simulato al campanile, reso unico dai fuochi pirotecnici, impreziosisce la solenne festa dell’ Incoronazione dell’immagine della Vergine dell’Arco, partita quest’anno dall’ 8 settembre per ricordare la natività di Maria.
Rosanna della Fonte