Sant’Anastasia (Na). - Festa a sorpresa per padre Francesco D’Ascoli, affettuosamente chiamato don Ciccio, ad un anno dalla sua nomina come parroco della Chiesta Madre di Santa Maria La Nova. L’appuntamentamento con i fedeli e le istituzioni cittadine – tra cui il sindaco Carmine Esposito, l’assessore Felice Manfellotto, i consiglieri Giustina Maione, Francesco Rea e il presidente del consiglio comunale Lello Abete - si è svolto ieri durante la messa pomeridiana. Si sono avvicendate all’altare alcuni rappresentanti della comunità parrocchiale per leggere parole di omaggio e di ringraziamento alla figura dell’uomo e del sacerdote. «Esprimiamo la nostra riconoscenza per l’immagine del “Buon Pastore” che continuamente ci mostra -ha detto poi il sindaco Esposito, leggendo la lettera di Giustina Maione a nome dell’amministrazione comunale- Ma noi la vediamo anche come un amico, come compagno di esperienza umana, che percorre con noi un tratto di strada della nostra vita». «Le diciamo “grazie” -ha proseguito il primo cittadino rivolto al prete davanti all’altare- Una parola semplice che viene da cuori riconoscenti e dalla fede che ci fa vedere in lei un testimone di Cristo che annuncia quelle verità che a volte siamo tentati di dimenticare». La sorpresa di don Cicco ha presto lasciato il posto alla preoccupazione per la crisi internazionale incombente. «Non è però solo un problema di crisi economica -ha ammonito il prelato- La politica, le istituzioni non riescono più a trovare soluzioni: il sistema sta implodendo dall’interno, la politica costruita come una casa sulla sabbia e negli ultimi 20 anni ci si è troppo spesso improvvisati politici». «Ma l’origine della crisi di valori -ha concluso il ragionamento don Ciccio- è nell’uomo. Il lento allontanarsi da Dio ha segnato il lento e inesorabile allontanarsi dall’uomo. Stiamo assistendo ad un capovolgimento filosofico, per cui l’uomo ha smesso di incontrare l’altro, sia nel campo economico- politico come nella fede». Poi rivolto a sè stesso e al lavoro difficile di parroco ha considerato la delicatezza del momento per «la superficialità della prassi ecclesiale», «l’assenza di una evangelizzazione». «Spesso -ha detto- la Chiesa è diventata un’agenzia di servizi». «Prima di parlare di Cristo, un parroco non può fare a meno di chiedersi chi è l’uomo, come si fa ad essere uomini. Questo mondo non può andare avanti così, la Chiesa non può tacere». Il sindaco, accogliendo il monito – «da laico, socialista riformista» - ha aggiunto: «Stiamo insieme, le istituzioni e la Chiesa, per superare questo momento difficile». E ha rivolto un appello anche alle opposizioni politiche per creare un nuovo senso di comunità. La cerimonia si è conclusa con una stretta di mano e l’abbraccio al sacerdote.
Ufficio Stampa – Comune di Sant’Anastasia