Intesa San Paolo. CGIL, CISL E UIL Napoli: un fronte comune perchè si investa al Sud.

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Napoli. - Un fronte comune perchè si stimoli l’attrazione di investimenti sul territorio e si difendano le attività del gruppo Intesa San Paolo, una delle eccellenze di Napoli e della Campania: è quanto chiedono alle istituzioni locali e alle forze sociali e culturali partenopee i segretari generali CGIL CISL UIL Napoli, Federico Libertino, Giampiero Tipaldi e Anna Rea, a seguito della denuncia dei sindacati di categoria,  che hanno evidenziato come la riconversione del personale, frutto di una ennesima ristrutturazione, abbia prodotto in particolare a Napoli pesanti ripercussioni su alcune strutture e funzioni del Gruppo.
Forte l’allarme dei tre segretari confederali che ricordano come proprio a Napoli insistano strutture di eccellenza quali il Polo di Back Office allargato, la Scuola di Formazione di via Toledo e il Call  Center di Fuorigrotta, salutate dallo stesso A.D. Passera e dal Presidente Bazoli, come apprezzate sedi di attività e servizi di qualità sul territorio.
“Quello che allora vorremmo chiedere al Gruppo Intesa – affermano Libertino, Tipaldi, Rea, – è il perché del ridimensionamento di alcune di queste attività e soprattutto quale idea ha per Napoli e per il Sud una banca che si definisce Banca per il Paese.
“Nel Piano d’Impresa di aprile scorso sono stati indicati 150 progetti riguardanti interventi per l’implementazione delle attività e della redditività dell’Azienda, continuano i segretari di CGIL CISL e UIL e nello stesso Piano d’Impresa- la parola Mezzogiorno compare una sola volta. Perché per il Sud e la Campania, oltre all’aumento dei ricavi e al contenimento dei costi, non si sono previste azioni che attivassero  nuova occupazione e stimolassero il patrimonio complessivo di competenze presenti sul territorio?”
“Intesa, all’interno del proprio reticolo commerciale - sottolineano – può annoverare, tra l’altro, il Banco di Napoli. Un’azienda di credito che è la più grande del Sud d’Italia, con quasi due milioni di clienti, e che, nonostante organici in continua contrazione, raggiunge utili maggiori in percentuale di quelli delle altre banche della galassia del Gruppo (112 milioni di euro i primi sei mesi del 2011, più 65% sullo stesso periodo del 2010, presumibilmente più del 10 per cento di tutti gli utili del Gruppo a fine anno). Utili che nella parte ridistribuita vanno ad azionisti lontani dal nostro territorio”.
“Chiediamo - concludono – Libertino, Tipaldi e Rea-  solidarietà e risposte a tutte le forze sociali e culturali del territorio e alle Istituzioni locali, Comune Provincia e Regione, perchè si faccia fronte comune a difesa del lavoro, del territorio e di una delle sue eccellenze.”

Comunicato Stampa CGIL CISL e UIL Campania

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