Berlusconi dimesso, oggi le consultazioni. Monti pronto a partire con i tecnici

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Roma. - Un’ora scarsa di faccia a faccia da Giorgio Napolitano. Silvio Berlusconi si è dimesso ieri sera, mentre fuori dal Quirinale la gente salutava, festante, il congedo dalla guida del governo. Ora è formalmente aperta la crisi di governo. Che secondo il timing serrato deciso dal presidente della Repubblica, alla luce dei ripetuti crolli delle Borse, deve concludersi al più presto possibile.

Entro questa sera la guida di un governo di larghe intese sarà affidata a Mario Monti. Salvo sorprese dalle consultazioni con i gruppi parlamentari che il capo dello Stato ha avviato oggi alle 9.

Non dovrebbero essercene di sorprese, dopo l’ok accordato dall’ufficio di presidenza del Pdl al governo Monti. Certo, ci sono quei paletti fissati dal partito del premier dimissionario su squadra di governo, programma e data del ritorno alle urne che rallentano il timing pensato dal Quirinale. Nel pomeriggio di ieri, fonti parlamentari alla Camera immaginavano che Monti poteva recarsi al Colle per l’incarico questa sera già con la lista dei ministri. In modo che il nuovo esecutivo potesse prestare giuramento al Quirinale già domani, per poi presentarsi alle Camere per la fiducia, prima al Senato e poi a Montecitorio, magari entro martedì. Una previsione che al Quirinale ieri in serata risultava azzardata.

Ma il capo dello Stato va avanti senza sosta. Oggi alle 9 sono cominciate le sue ‘consultazioni lampo’. Prima i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini. Poi i gruppi, a partire dai più piccoli fino a quello del Pdl, appuntamento fissato per le 17.15. Secondo la tabella di marcia del Colle, il tutto dovrebbe concludersi entro le 18.

Anche ieri mattina, mentre continuava il dibattito interno alle forze di maggioranza sulla opportunità di appoggiare l’esecutivo Monti, Napolitano ha invitato al “senso di responsabilità”.

“L’attuale grave momento di crisi finanziaria ed economica, interna e internazionale, rappresenta una seria sfida per la coesione sociale del nostro Paese: occorre evitare facili vie d’uscita in illusori e poco lungimiranti localismi”, ha detto il capo dello Stato in un messaggio al congresso de La Destra in corso a Torino.

Letta: “Faccio un passo indietro”
Dopo l’appoggio delle opposizioni anche il Pdl ha accettato di sostenere un esecutivo tecnico ponendo però dei ‘paletti’: primo fra tutti l’ingresso di Gianni Letta nel governo, ma il sottosegretario ha però annunciato al Colle di fare un passo indietro, con senso “di responsabilità e dello Stato”, per “evitare di essere un problema o un ostacolo”.

Non è ancora certo che Letta non entrerà nell’esecutivo, visto che il premier insisterà su questo punto, contando sull’appoggio anche di Giorgio Napolitano.

Fonte Rai News

 

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