Il giardino sorto a Sant’Anastasia è anche contro la violenza sulle donne.
Le statistiche: il 75,2% delle violenze subite dalle donne italiane è commesso da familiari e persone conosciute. 6.743.000 sono le donne che hanno subito violenza fisica o sessuale: fra queste, 1.400.000 ha patito uno stupro prima dei 16 anni.
Il 96% delle donne che, nel nostro Paese, subisce violenze, non le denuncia e attribuiscono il loro stato a incidenti domestici. Il 91% degli stupri che avvengono non è denunciato.
“Occorre ricordare, tenere sempre a mente – dice Annamaria Barbato Ricci – le dimensioni di questa guerra di genere. Sempre, e non solo nelle date fatidiche del 25 novembre e dell’8 marzo: non si può permettere che un giorno l’anno si celebri la Festa della Donna e per gli altri 364 ‘si faccia la festa’ alle donne, in un’inarrestabile scia di sangue.
Ricordare per dimenticare: dimenticare come ormai arrugginito reperto del passato il replicarsi ossessivo di episodi di violenza attraverso la realizzazione di una nuova armonia fra uomo e donna. Ha quest’obiettivo l’iniziativa ampia e articolata di Sant’Anastasia, apripista di un’iniziativa di grande valenza sociale: un monumento floreale alle donne che subiscono violenza, da quelle vittime di mano assassina alle violenze morali di cui è costellato il rapporto uomo/donna. Sant’Anastasia si è dunque posta come apripista di una maniera poetica e profumata per ricordarle e il patrocinio dell’ANCI potrebbe essere importante per un contagio virtuoso dell’iniziativa in moltissimi Comuni d’Italia. Si vorrebbe realizzare un circuito di Memorial di Rose Donne d’Italia, intitolato a Giovanna Reggiani, vittima di un’atroce violenza, simbolo di tante altre, che quotidianamente si registrano nelle cronache o nei silenzi”.
Antonio Marchese, l’ibridatore sanremese chiamato il ‘Poeta delle Rose’, noto in tutto il mondo per essere l’unico a creare rose ‘dedicate’ (dalla Rosa Mystica, per la Vergine, alla ‘Ranieri III di Monaco’ alla ‘Rosa Romanoff’), su “La rosa Donne d’Italia 150 anni” dice che essa parla attraverso i suoi colori: c’è il verde della speranza, il giallo della festa delle Donne e il rosa, colore femminile per antonomasia. È un fiore che, reciso, può vivere anche tre settimane senza cure particolari. È forte e resistente quanto le madri. Le sue spine cadono dopo che si è maneggiato lo stelo, così come avviene per le donne che riescono a minimizzare problemi per gli uomini apparentemente gravi e difficili da risolvere”.
Comunicato Stampa
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