Sant’Anastasia. (Na) - «Il totale distacco e le ristrettezze economiche rendono difficile l’ascolto: noi siamo attenti ai bisogni delle famiglie, le altre istituzioni non lo fanno». E’ il rammarico espresso dal sindaco Carmine Esposito durante il convegno sul tema del benessere psicologico, famiglie e territorio, che si è svolto nei giorni scorsi nella sala consiliare del Comune. «Queste iniziative vanno comunque fatte, -ha proseguito- la denuncia da sola non basta, bisogna essere caparbi per invertire la tendenza e mettere al centro della nostra attenzione la famiglia e il cittadino». La famiglia è un «capitale sociale», ma su di essa vigono ancora «tanti luoghi comuni» -ha sottolineato Antonella Bozzaotra (vice presidente Ordine degli Psicologi Campania) – «perchè non la si studia; le si attribuiscono delle responsabilità senza fare politiche di sostegno: il ruolo della donna è ancora appiattito sulle dinamiche familiari».E’ toccato poi alla psicologa Saveria Giordano spostare il focus sul territorio, quello anastasiano, dove, se si guarda alle cifre sulla popolazione, su 28.040 residenti sono presenti 8.931 nuclei familiari; 12.599 i cittadini dai 30 ai 64 anni (la fascia centrale della popolazione potenzialmente attiva); mentre alle estremità troviamo pochi anziani di età superiore ai 65 anni (3.070) e un numero maggiore di bambini (5.451 da 0 ai 14 anni) e di adolescenti dai 15 ai 29 anni (6.903). «E’ a questi dati che bisogna guardare -spiega la psicologa- per svolgere un’azione mirata, dal momento che la famiglia è la struttura primordiale deputata alla mediazione fra il singolo e la società; che fa la differenza nell’evoluzione della persona». La famiglia attuale è meno numerosa rispetto al modello patriarcale. E se, nel nostro caso, possiamo ancora dire di essere una popolazione «giovane», non altrettanta rosea è la prospettiva. Manca il lavoro. Inoltre, «la zona rossa dove viviamo -prosegue Giordano- non favorisce certo l’incremento demografico, le giovani coppie sono limitate e questo porta a sviluppare il disagio psicologico». «Ma è compito dello psicologo» conclude la specialista «essere agente di trasformazione sociale, che crede nel cambiamento». A ricondurre la dinamica psico-sociologica della famiglia nel grande alveo della cristianità è Eduardo Scognamiglio, padre provinciale dei frati francescani, che contesta la visione della famiglia intesa «come capitale sociale», piuttosto essa è il «soggetto d’amore» per eccellenza. In fondo «l’uomo vuole amare ed essere amato». Di conseguenza l’analisi va ricondotta alle storture di una società troppo «liquida» e di una «famiglia altrettanto «liquida» dove si è perso il gusto di «raccontarsi». «La famiglia non è più il luogo del nostro vissuto» ha spiegato padre Eduardo; «viviamo tutti un’esperienza di solitudine globale». Ha poi ricordato che esistono innanzitutto i diritti delle famiglie, come ad esempio, quello di esistere e progredire, di essere sostenuta e poter contare sugli strumenti per educare; di avere una casa e gli svaghi necessari per bambini e anziani». Hanno partecipato, inoltre, al Convegno dedicata alla settimana del Benessere Psicologico: Ciro Castaldo (assessore Politiche Sociali Comune di Sant’anastasia); l’ avvocato Mariella Busiello. Tra i relatori: le psicologhe Maria Licciardi e Angela Piscopo. Ha moderato Luigi De Simone (psichiatra e operatore culturale. Il dono di una penna offerto al sindaco di Sant’Anastasia dalla vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi ha suggellato il patto di collaborazione istituzionale e scientifico tra i rappresentanti dei due enti.
Ufficio Stampa – Comune di Sant’Anastasia