Roma. – Martedì 13 dicembre, come evento parallelo della mostra “Testigos del olvido / testimoni dell’oblio”, che raccoglie i 169 scatti del fotoreportage realizzato da Juan Carlos Tomas in Yemen, Colombia, Zimbabwe, Congo, Haiti,Kashmir, Guatemala, Bangladesh e Malesia per denunciare povertà e diritti negati di orfani, famiglie sfollate e esiliati, nella sala esposizioni dell’Instituto di cultura Cervantes di Roma, piazza Navona 91, si parlerà di letteratura e condizioni sociali del centro America con l’attivista e giornalista messicana Lydia Cacho, che presenta il suo nuovo libro “Memorie di un’infamia” (Fandango). In questo volume, l’autrice racconta in prima persona l’esperienza di prigionia in un paese dove ogni anno vengono assassinati decine di giornalisti. E nonostante lo United Nations Human Rights Council le abbia consigliato di abbandonare il Messico, lei tuttora vive e lavora laggiù. Per cercare la verità dei più deboli.
In passato, infatti, Lydia Cacho è stata torturata dal governo del suo paese perché ha rivelato business legati al circuito pedopornografico e ai narcos, e in seguito è stata liberata dal carcere dietro pagamento di una cauzione da parte di Amnesty International (che naturalmente patrocina questa visita romana). Nell’incontro con i lettori italiani, la scrittrice affronterà in particolare il tema del femminicidio, tragedia che ancora adesso colpisce mamme, giovani e adolescenti della terra messicana.
“Testigos del olvido”, mostra realizzata dal Cervantes in collaborazione con Medici Senza Frontiere e El Pais, è visitabile fino al 20 gennaio 2012 nella sala esposizioni dell’Instituto Cervantes, dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21, il sabato e la domenica dalle 16 alle 21.