“Formattiamo il PDL” non nasce da un’idea di Andrea Di Sorte come riportato ultimamente da alcuni media, ma dall’inventiva di Nello Donnarumma, dirigente provinciale della Giovane Italia di Napoli che con il suo collega Pasquale Fiorillo ed un nutrito numero di militanti e amministratori della provincia di Napoli, ha dato luce ad un’iniziativa pubblica, tenutasi lo scorso 11 dicembre a Palma Campania e fin da subito sostenuta e promossa da Ulderico de Laurentiis, dirigente nazionale Giovane Italia e membro del consiglio nazionale del partito di Angelino Alfano. Tanto che, come testimoniano le decine di comunicati stampa rintracciabili su Google cercando la parola chiave “Formattiamo il PDL”, (così come andando sul blog pdlduezero.blogspot.com) l’evento campano ha avuto fin da subito adesioni da tutta la regione e anche oltre. Sin da subito Fabio Chiosi, presidente della I Municipalità di Napoli; Gennaro Castiello, consigliere comunale partenopeo; Francesco Pinto sindaco di Pollena Trocchia e assessore alla Provincia di Napoli; Manlio Messina, consigliere comunale etneo; Alberto Spampinato, dirigente nazionale della Giovane Italia; Salvo Pogliese deputato all’Assemblea Regionale Siciliana e tanti altri esponenti del PDL e della Giovane Italia stessa hanno aderito ai formattatori, intervenendo alla Convention campana da cui sono uscite tre proposte “open source” su codice etico, primarie e riforma della legge elettorale che saranno discusse e ampliate ulteriormente durante i prossimi appuntamenti previsti a breve a Napoli, Catania, Siena, Genova e altri Comuni. Obiettivo, un incontro nazionale a Roma entro pochi mesi per presentare ad Angelino Alfano le proposte elaborate dalla base del partito, ma anche l’invasione pacifica dei congressi in programma con mozioni ad hoc sugli argomenti trattati. A Di Sorte va il merito di aver rianimato la discussione su twitter dopo la pausa natalizia, senza sostanzialmente essersi accorto che l’idea, il nome e gli obiettivi corrispondessero esattamente a quanto già iniziato pochi mesi prima. Anche se – fanno notare i Formattatori Ufficiali, con tanto di marchio registrato. Secondo i Formattatori è molto strano che Di Sorte non se ne sia accorto, ma di quell’articolo forse ha letto solo le prime righe, ricevendo poi un’illuminazione improvvisa e soprattutto provvida di quella visibilità garantita dai contatti che una segreteria politica sa sempre mettere a disposizione. Il problema – proseguono – è che da quello che sta succedendo su twitter emerge solo un gran caos. Pallottole sparate un po’ ovunque in rete. Chiasso virtuale senza elaborazione politica. Così l’idea di formattare il partito oltre che “scippata” invece che condivisa rischia di essere snaturata con le logiche conseguenze che si possono avere quando un movimento di base, territoriale e reale finisce con l’essere pilotato dal coordinatore nazionale di una struttura politica che lo relega al virtuale e all’approvazione delle segreterie politiche. I veri formattatori denunciano che il tentativo maldestro di chi cerca di togliere l’anima ad un movimento spontaneo, nato per cambiare il partito e non per offrire visibilità a scopi elettorali. Le candidature bisogna conquistarsele fuori da Twitter e Facebook, tra la gente.