Il 31 gennaio anche Napoli come la Sicilia. “Masaniello è tornato”, parte da facebook la protesta

sicilia bloccata

Napoli. “Masaniello è tornato… Napoli come la Sicilia”, questo è lo slogan che sta campeggiando su facebook, e che sta catturando le attenzioni di migliaia di cittadini napoletani che,ormai, non reggono l’escalation di ingiustizie perpetrate dal governo Monti .

La manifestazione, che si dice pacifica e intende bloccare Napoli, è stata organizzata per la mattinata del  31 gennaio. La prima location  era stata individuata in  via Caracciolo, la prestigiosa arteria che costeggia il Golfo  al centro della città. Ma , in queste ore, si fa spazio anche la suggestiva, e probabilmente impraticabile,  idea della “presa” del Vesuvio. Infatti, qualcuno dal web ha ipotizzato una straordinaria ondata umana che sale sul cratere, accompagnata da una scenografia delle più simpatiche  che urla in modo impetuoso il no al Governo Monti.

Gli organizzatori, dell’evento  desiderano prendere esempio dal movimento dei forconi, nato nella  primavera in seguito ad un gemellaggio tra i pastori sardi e gli agricoltori siciliani, e sta chiedendo chiede al governo regionale e nazionale sgravi sul costo dei carburanti prodotti nelle raffinerie isolane e misure economiche in favore di autotrasportatori, agricoltori, pescatori e disoccupati piegati dalla crisi che attanaglia la nazione. Questo movimento dei forconi sta bloccando la Sicilia da qualche giorno.

Mentre in terra siciliana l’organizzazione della protesta è stata meticolosa,  perché affonda le radici nel disagio economico che colpisce, in modo forte,  gli agricoltori siciliani e i pastori sardi, a Napoli il movimento spontaneo  coinvolge giovani professionisti, imprenditori, studenti, disoccupati, pensionati e tante altre categorie ancora.  Gli organizzatori sanno benissimo che sarà difficile montare la protesta , ma loro si rifanno a Denis Waitley che diceva : “Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle”.  ”La difficoltà non sta nel credere alle nuove idee ma nel rifuggire dalle vecchie. E anche noi campani come i Siciliani riusciremo a rifuggire da quelle “VECCHIE”.” poi dicono gli organizzatori.

Anche se nato come un gruppo ed un evento facebook, sembra. che proprio in queste ore,  si stia riunendo un comitato spontaneo che traccerà le linee di comportamento di questa nuova marea virtuale e soprattutto deciderà data e luogo preciso di quella che si accinge a diventare la più grande manifestazione di protesta organizzata nella Capitale del Meridione negli ultimi anni.

Nel frattempo è stato  già stilato un documento, ovviamente in pieno rinnovamento,  che traccia i provvedimento che dovrà adottare il Governo Monti affinchè ci sia ripresa in terrà campana. Ecco il documento , in continuo aggiornamento;:

1- Azioni contro il rincaro della Benzina in Italia: andrebbero riviste le accise, che rendono la benzina un bene di lusso
2- NO all’ulteriore aumento dell’IVA
3- No al pagamento dell’ICI sulla prima casa, il tetto è un diritto di ogni cittadino e non va tassato!
4- Stipendio dei politici uguale allo stipendio più basso degli impiegati della pubblica amministrazione!
5- Cancellazione dei “privilegi” (che sono la parte maggiore dei vantaggi economici dei parlamentari) dei politici.
6- No alla distruzione dell’articolo 18 e alla cancellazione del contratto collettivo nazionale dei lavoratori.
7- Estensione dell’articolo 18 a tutte le microimprese (ovvero quelle che, con un numero esiguo di lavoratori -non ricordo bene se minore di 15 o di 10-, possono fare quello che vogliono).
8- Obbligo a passare a “tempo indeterminato” tutti i contratti precari ora essistenti.
9- Si alla chiusura dei Cie e all’abolizione (permettendo a tutti gli stranieri la libera circolazione) dei permessi di soggiorno (strumento razzista e che crea lo sfruttamento sugli immigrati clandestini).
10- La creazione immediata di posti di lavoro (ce ne sono a migliaia solo se prendiamo in considerazione l’area dell’ex ItalSider -area da bonificare e ricostruire- e altrettanti per la raccolta differenziata) o di un salario garantito -pari a quello di un operaio medio- per i Disoccupati.
11- No alla chiusura degli ospedali, all’aumento del costo dei ticket.
12- No alla cancellazione delle corse dei mezzi pubblici, all’aumento del costo dei biglietti.
13- Tassazione per tutti i beni ecclesiastici.
14- Azzeramento delle spese militari, e reinvestimento di tale denaro per creare posti di lavoro e case popolari.

“Il popolo napoletano finalmente si sta  svegliando  dal letargo“, ecco il pensiero degli organizzatori, che si accingono ad essere le nuove icone della rivoluzione napoletana. La rabbia è tanta per quanto si sta subendo a margine delle vergognose vicende nazionali, ma qua in terra vulcanica si sta infiammando quella protesta che getterà di nuovo, ma positivamente, Napoli nell’attenzione nazionale.

il direttore Gaetano Busiello

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