SANT’ANASTASIA. «Il Puc sarà chiuso entro l’estate». Lo ha promesso il sindaco Carmine Esposito durante l’assemblea convocata dall’amministrazione comunale venerdì scorso per dare avvio alla procedura di partecipazione dei cittadini all’elaborazione del Piano urbano comunale. E dunque si procede spediti per le prossime tappe previste dal piano di comunicazione con i settori economici e sociali della comunità. La prossima fase di incontri è fissata a partire dal 7 febbraio per proseguire ogni martedì e giovedì del mese. Intanto ieri la discussione sulla bozza preliminare è servita a «rompere il ghiaccio» in vista dei successivi e più specifici incontri con le categorie. «Dobbiamo privilegiare una procedura partecipativa –ha raccomandato Esposito- che non ci faccia perdere tempo, in quanto, come è accaduto in passato, l’attesa e i tempi lunghi della realizzazione dei progetti equivale all’intensificarsi del degrado del territorio». La seduta è stata preceduta dalla «narrazione» dei cittadini intervistati per strada e nei luoghi di incontri dalla psicologa di comunità Francesca Scafuto: giovani, donne, esponenti di partito ed esperti hanno dato il loro punto di vista su come immaginano la propria città e le problematiche percepite. Poi sono arrivate le precisazioni dei tecnici dello studio di architetti «Benevolo» che nel 2009 hanno vinto la gara pubblica per la redazione del Puc. «Sant’Anastasia non è un caso semplice, anzi è un caso nazionale: troppe le sovrapposizioni di leggi, divieti e limiti». «Il Parco del Vesuvio –ha detto l’ing. Luigi Benevolo- è come non ci fosse, rimane solo uno scenario da sottofondo». Contributi alla discussione sono venuti anche dai cittadini presenti in sala sulle questioni preliminari. «Sono molto contento per l’opportunità di parlare della nostra comunità» ha detto Antonio Dobellini, che ha poi puntualizzato: «Le norme che regolano la zona rossa (ovvero la legge regionale 21/2003 che vincola la vasta area intorno al Vesuvio, ndr) sono di interesse nazionale e comunitario, ed è lì che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione. Intanto –ha proseguito- è la Comunità del Parco Nazionale del Vesuvio l’interlocutore privilegiato». Non si sono espressi nel merito i rappresentanti dell’associazione «Neanastas» che hanno posto, invece, una questione di metodo e di tempi. «Siamo d’accordo a partecipare all’elaborazione del piano, ma l’azione deve essere reciproca» ha precisato Luigi Bifulco. Per il rappresentante delle imprese, avvocato Lupo, bisogna fare in fretta. «Per l’impresa le strutture sono necessarie quando servono». Qualcuno infine ha invitato i tecnici «ad avere più coraggio: nelle zone periferiche del paese mancano gli standard infrastrutturali». Una stoccata è arrivata dall’assessore all’urbanistica Giancarlo Graziani: «Abbiamo scoperto che l’Ente di Bacino ha redatto il Piano di assetto idrogeologico senza conoscere il territorio: il tempo è stato utilizzato per questo, per conoscere e far conoscere i crimini che stavano per commettere». All’incontro era presente l’architetto Giuseppe Guida con il compito di raccogliere i dati e fare la sintesi del percoso partecipato.
a cura dell’Ufficio Stampa – Comune di Sant’Anastasia
inutile lasciare messaggi.. non vengono pubblicati! Comunque quest’articolo andrebbe bene in Russia o in Siria, ma da noi, nella civiltà, fa un po’ ridere e un po’ piangere. Il PUC in tre mesi? Tecnici imprenditopri cittadini adulti ridono, forse possono crederci solo i due ragazzini più fedeli al sindaco