San Sebastiano al Vesuvio (Na). – Nonostante ci fossero tematiche di grande impatto sulla città, quali la questione della Caserma dei Carabinieri e quella della Piscina Comunale, ieri la celebrazione del consiglio consiglio comunale ha scritto una pagina triste per l’istituzione consiliare sansebastianese, causa l’arroganza del sindaco Giuseppe Capasso, e del Presidente del Consiglio Comunale Biagio Pizzo.
Dopo essere letteralmente scappati , una ventina di giorni fa , dalla convocazione del civico consesso richiesto dall’opposizione , guidata da Gennaro Manzo, ieri sera, incurante anche della presenza di una rappresentaza del locale comando dei Carabinieri, si è inscenata la solita commedia capassiana, ricca di risolini e battute infantili che non fanno parte dell’immaginario istituzionale.
Più volte il leader indiscusso della politica cittadina Gennaro Manzo, ha tentato di impostare, in modo dovuto, una discussione seria sulle tematiche affrontate, ma si è assistito di continuo alle “pilotate” interruzioni del presidente del consiglio comunale, “vittima” dello scalciare del sindaco e dell’andirivieni, al suo tavolo, del braccio destro del sindaco Nunzia Riccardi. Uno spettacolo indecoroso, che in aggiunta all’antidemocratico regolamento del funzionamento del consiglio comunale, approvato mesi fa, che contiene delle norme bavaglio tali da non permette una discussione appropriata in consiglio comunale, mortifica il confronto politico cittadino. Basta leggere che un consigliere, in discussione, può intervenire una volta per 15 minuti, poi in replica per tre minuti. Mentre sul fronte delle interrogazioni, l’interrogante può dissertare solo 5 minuti, con una replica di tre minuti. Una vera e propria “violenza” alla democrazia, tant’è vero che lo stesso Gennaro Manzo più volte , ed impropriamente, zittito da Pizzo, ha annunciato di ricorrere al Tar contro questo regolamento, allo scopo riportare la “voce” dei cittadini in consiglio comunale. Perché questi signori della maggioranza, non hanno ben compreso, che imbavagliare un consigliere comunale, che rappresenta i cittadini di San Sebastiano al Vesuvio , imbavaglia la democrazia partecipativa
A tenere banco anche la piscina comunale. Il presidente del consiglio comunale Pizzo, d’accordo con il sindaco Giuseppe Capasso, venendo meno ad un serio bon ton istituzionale, hanno tramutato le legittime interrogazioni di Gennaro Manzo, presentate due mesi fà, in proposte della maggioranze. E sulla questione piscina comunale, è emersa in modo chiara ed univoca anche la posizione del giovane Giuseppe Panico, estromesso due mesi fa per far posto a Nunzia Riccardi. Panico, si vociferava in città che avrebbe promesso battaglia al sindaco, invece da vero soldatino di Capassopoli, si è allineato alle decisioni del Pinuccio Sansebastianese, mettendo da parte dignità e crescita politica sul territorio. Panico è stato un sostenitore della proposta della maggioranza di indirizzo e direttiva per la manifestazione d’interesse per la gestione e l’acquisto del complesso delle piscine sito alla Piazza della Meridiana. “Non riusciamo a capire – spiega il leader dell’opposizione Gennaro Manzo – come mai si arriva in consiglio comunale, dopo quattro lunghi anni, dove il gestore è moroso di ben 400.000 mila euro, dove la polizza fideiussoria non esiste. Visto che il Tar ha negato la sospensiva al gestore sul provvedimento dello sgombero perché non attivate da subito anche il recupero della struttura comunale. E’ un atto gerstionale, non di consiglio comunale! “Il Popolo di San Sebastiano – Manzo Sindaco” non permetterà nessuna speculazione ulteriore sulla piscina comunale, resterà nelle disponibilità dei cittadini.” Anche il sindaco Capasso è intervenuto affermando che se si discute ancora della piscina comunale vuol dire che qualcosa di buono si è fatto. Le solite elucubrazioni capassiane hanno gettato nello sconcerto il cittadino che attende una soluzione al problema. Poi si è passato al canonico atteggiamento , di Raffaele Aratro, professorino radical chic di una pessima generazione, che ovviamente scendendo dalle montagne si è interrogato : ” Ma di cosa stiamo parlando? Cosa ce ne importa dei canoni arretrati, che non è stato rispettato il contratto, noi dobbiamo pensare alla filosofia che anima i beni comuni, suvvia, rivolgendosi all’opposizione , voi che ne pensate di questa iniziativa?” L’assessore alla Legalità Aratro che non vigila sul rispetto del contratto, che “dorme” sul mancato incasso dei canoni del fitto della piscina comunale inscena una commedia, in perfetto stile capassiano, che davvero non si capisce bene dove affonda le sue radici intellettuali.
La questione della Caserma dei Carabinieri ha acceso l’attenzione dei cittadini. “Il fatto – ha spiegato il sindaco Pino Capasso – che i proprietari dell’immbile hanno attivato le procedure di sfratto per morosità ai carabinieri, per me è un fatto anche di rilevanza pubblica. I proprietari dell’immobile hanno il vincolo della destinazione di uso di quell’immobile, fatto realizzare tempo fa per destinarlo ad ospitare i militi. Il problema comunque c’è. Io mi sono attivato in Prefettura, e con la Provincia. Cerco aiuto al Popolo della Libertà perché c’è stata un avanzo di bilancio in Provincia di Napoli quasi due milioni di euro, e con i buoni uffici di Gennaro Ferrara vice presidente della Provincia, si è pensato di destinarli alla costruzione della nuova Caserma dei Carabinieri. Dovrebbe sorgere nella Villa confiscato al clan camorristico dei Vollaro. La decisione di impegare questi fondi è nella mani del presidente della Provincia Luigi Cesaro, noi abbiamo anche cambiato il progetto tecnico della struttura, in base a quanto ci disponeva la Provincia. Ci troviamo solo adesso a parlare di ospitare in quel sito la caserma perché dopo dieci anni i proprietari che hanno subito confiscati se ne sono andati”
In tutta verità lo sgombero agli abitanti della Villa Vollaro sarebbe stato effettuato già nel 2004, tant’è vero che c’è stato un’interrogazione al Ministro degli Interni nel 2004, da parte dell’ex senatore di AN Michele Florino, con la quale poneva l’accento sul perché l’amministrazione comunale sansebastianese non aveva mai provveduto, già dall’epoca, a prevedere interventi per recuperare alla comunità questo immobile. “Noi siamo pronti a combattere qualsiasi battaglia per trattenere la caserma dei carabinieri a San Sebastiano al Vesuvio. - ha detto Gennaro Manzo – Noi sosteniamo le forze dell’ordine, nei fatti il sindaco non lo fa. Sono dieci anni che programma la costruzione di questa caserma, e riempe di bugie i sansebastianesi, ma dov’è questa caserrma? Lei è l’unico responsabile di questa violenza alla città, perdere l’unico presidio di legalità sul territorio è un fatto gravissimo.” Inopportune , e di basso spessore istituzionale, son risultate alcune battute fuori luogo e del sindaco Capasso, anche al cospetto dei militari, che in modo attento seguivano la discussione consiliare, e speravano in una soluzione positiva della vicenda.
Anche la questione dell’asilo nido comunale è stata al centro della battaglia consiliare. La volontà dell’amministrazione di affidarlo ai privati non ha catturato le simpatie dell’opposizione. “Guardate, - ha detto Manzo - l’asilo nido comunale è stata l’unica cosa positiva che l’amministrazione Capasso ha fatto. Noi non siamo d’accordo, l’asilo deve restare comunale, e le educatrici, un’autentica risorsa professionale del territorio non le possiamo mandare all’isola ecologica od ad espletare le pratiche di condono edilizio. Noi su questa vucenda poniamo un’attenzione fortissima, l’asilo nido non deve essere svenduto, come corre voce in città a qualche cooperativa vicino all’amministrazione, che già non paga i fitti e le utenze degli immbili comunali”
Si è discusso, in seguito, anche del regolamento dell’utilizzo del patrimonio comunale, e come da copione, si sono accesi gli animi dei presenti. “Noi dobbiamo – ha detto l’assessore al patrimonio Salvatore Sannino - fare in modo che i lacali comunali siano a disposizione gratuitamente per le associazioni di volontariato del territorio, o quelgli organismi che donano una servizio importante alla comunità, quali la Protezione Cvile e la Croce Rossa Italiana. Mentre per i locali comunali destinati al commerciale si devono individuare dei fitti idonei.” Dall’opposizone non si è fatta mancare la replica. “Io sento parlare – ha detto Antonio Muccio – di cento associazione di volontariato sul territorio e sinceramente, visto che ho delle problematiche anche in famiglia, non ne ho visto benefici da nemmeno una di queste. Andiamo ad un censimento serio e poi si destinano questi immobili a chi effettivamente determina un interesse per la collettività”
Come da pronostico il consiglio comunale si è chiuso con interventi i del presidente del consiglio Bagio Pizzo, il quale, appellandosi alle restrizione del regolamento del funzionamento del consiglio comunale ha di fatto chiuso la sedutasenza permettere a Gennaro Manzo di affrontare termatiche molto forti, oggetto di diverse interrogazioni.
il direttore Gaetano Busiello