Napoli. – Non bisogna attendere il 6 e 7 maggio per conoscere il primo verdetto di questa tornata elettorale. Futuro e Libertà per l’Italia, compagine che fa capo a Gianfranco Fini, in provincia di Napoli perde di brutto. Infatti, perde la propria identità.
La segreteria provinciale retta dal coordinatore cittadino Pietro Diodato, e coadiuvato dal segretario regionale, il senatore Luigi Muro, ha siglato una serie di accordi in provincia che rasentano l’assurdo politico.
Dove in tante città del napoletano l’asse PD – UDC si fà sempre più forte, i finiani rincorrono in alcune zone SEL e PD, vedi il caso clamoroso di San Giorgio a Cremano, ed in altre zone, come Volla, i finiani “benedicono” il Terzo Polo infarinato con i Verdi. Mentre in altri comuni Pietro Diodato fa stringere acoordi con il PDL, del suo nemico odierno Luigi Cesaro.
Il progetto politico di Futuro e Libertà, di certo a Napoli, affonda prima di partire. Anche la base solida degli ex Alleanza Nazionale , prendono le distanze dalla gestione commissariale di FLI, dove , forse, al presidente provinciale non interessa far crescere e dare un’identità politica al progetto di FLI, ma interessi correre dietro alle sinistre ed all’UDC, e spesso anche il PDL, con il semplice scopo di saldare forte le posizioni dei suoi riferimenti personali sui territori , mortificando le storie e le esperienze di quegli uomini che hanno fatto grande AN , ed oggi potevano dare un contributo forte alla nascita di questo nuovo partito.
Gli elettori non sono degli sciocchi, e la previsione del direttore de Il Tempo Sechi, che dava il FLI tra l’1,5 e il 2% non è del tutto sballata. Ma a Napoli si profilano percentuali da prefisso telefonico per il FLI. Ma il dato politico indigeribile per la destra napoletana è l’azzeramento del progetto politico di FLI, che affondava le radici in una rinascita del centrodestra e di certo non nell’appiattirsi su posizioni personali, del vice Bocchino Diodato , o in una sorta di compensazione per pochi intimi nelle trattative con gli uomini di Casini e Cesaro.
il direttore Gaetano Busiello