Sant’Anastasia (Na). - – Ci ha pensato il sindaco Carmine Esposito ad istituzionalizzare l’11 Aprile “Giornata della Memoria delle vittime della FLOBERT”. Ci ha pensato l’associazione Gio.Ve, giovani vesuviani, a perfezionare il monumento aggiungendo sotto le foto delle 12 vite spezzate le targhe con i loro rispettivi nomi e cognomi. Insieme hanno voluto commemorarli con una cerimonia semplice ma toccante: una Santa Messa celebrata questa mattina presso il Cimitero da don Ciccio D’Ascoli. Il parroco di Santa Maria La Nova li ha nominati uno per uno ricordando l’episodio e auspicando che nell’era moderna vi sia maggior prevenzione, visto che le morti bianche sono ancora una triste realtà. Dire Flobert è per anastasiani e cittadini vesuviani immediatamente ricordare lo scoppio della fabbrica di proiettili d’arma giocattolo e fuochi d’artificio di contrada Romani, dove si lavorava in capannoni ed in condizioni di sicurezza zero. L’11 aprile 1975 fu una tragedia. Una tragedia che divenne presto simbolo della lotta operaia per la sicurezza sul lavoro nel vesuviano e che ebbe una cassa di risonanza eccezionale nella canzone “A Flobert”, eseguita da numerosi gruppi di canto popolare. Una tragedia da non dimenticare. E il Consiglio Comunale ha istituzionalizzato l’11 Aprile “Giornata della Memoria delle vittime della FLOBERT”, per commemorare l’atroce evento, per programmare e sostenere le attività sociali, tenere alta l’attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro e sulla prevenzione dei rischi. “Ringrazio i giovani vesuviani, Gio.Ve, riuniti in associazione, perché si sono fatti promotori dell’istituzionalizzazione di questa giornata, per dare continuità alla celebrazione dell’11 aprile che è parte della nostra storia oltre che dei familiari delle 12 giovani vite perse perché si trovavano sul posto di lavoro e pagarono con la vita il pane, come è scritto sulla lapide”.
Le parole del Sindaco richiamano alla mente le scene della tragedia, i corpi dilaniati e carbonizzati, le interviste a Ciro Liguoro, unico supersite allora ventiquattrenne, la sua denuncia sulla insicurezza del capannone della Flobert in cui furono costretti a realizzare circa 20mila proiettili di plastica, il racconto del primo e del secondo scoppio, il sottofondo musicale della canzone “A Flobert” al servizio speciale della RAI, completo nella notizia e attuale nel messaggio sociale.
“Le morti bianche avvengono ancora oggi, in una società moderna come la nostra e addirittura sono in aumento. Dobbiamo impegnarci tutti – ha detto il sindaco, Carmine Esposito – per garantire ed esigere sicurezza, per fare in modo che episodi simili non accadano più. Ed è necessario aver memoria della Flobert, del boato, della tragedia delle vite spezzate che accomunò Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Ottaviano, Marigliano e Portici, comuni di nascita o residenza delle vittime. Per questo noi abbiamo istituzionalizzato questa giornata, perché dovrà essere ogni anno commemorata, con sempre maggiore partecipazione. Nel contempo dobbiamo impegnarci ciascuno per costruire una società più giusta e legale, che affermi e tuteli sul serio i diritti dei lavoratori. La modernità, dopo 37 anni, ancora ci consegna dati impressionanti di morti bianche. Una modernità che non ha messo al centro il valore della vita, una modernità in cui si paga ancora il prezzo di sopravvivere con la vita. Ciò è sbagliato. A questo serve stare qui stamattina e starci ogni anno con la comunità e con i familiari: ricordare non solo i concittadini che hanno perso la vita per un valore nobile, ma riflettere sulle morti bianche, perché il progresso di questi 37 anni non ha risolto il problema delle vittime del lavoro e non ha ancora dato un vero significato al valore della vita”.
a cura dell’Ufficio Stampa del Comune di Sant’Anastasia