Roma. CasaPound Italia, contro Palladino processo politico

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Roma. –  - Si terrà il 28 maggio la prossima udienza del processo ad Alberto Palladino, il responsabile di CasaPound Italia e candidato presidente del movimento in IV Municipio arrestato il 30 novembre scorso con l’accusa di aver partecipato a un’aggressione denunciata da alcuni esponenti dei Giovani democratici e avvenuta il 3 novembre 2011 a Roma, in zona Prati Fiscali.

Durante l’udienza oltre 200 esponenti di Casa Pound Italia  si sono riuniti in presidio a Piazzale Clodio, davanti al Tribunale, per far sentire le proprie ragioni e chiedere la libertà per Palladino, che è ancora ai domiciliari con il divieto di comunicare con chiunque eccetto i familiari stretti. Sotto un grande striscione con su scritto ”Nessuna menzogna può schiacciare mille fratelli, Zippo Libero”, i militanti di CasaPound hanno urlato slogan come ”Un’ingiustizia senza uguali, un processo agli ideali” e ”Preso senza prove l’hanno portato via, questa è la vostra democrazia”.

”Alberto non è stato ancora condannato nemmeno in primo grado, ma il suo processo non può affrontarlo da libero - afferma CasaPound Italia in una nota – Studente universitario incensurato, Palladino, 24 anni, è stato arrestato al rientro da una missione umanitaria in Birmania con un’operazione mediatica e un dispiego di forze che si riservano solo ai ricercati per mafia o ai trafficanti di droga. Contro di lui non ci sono prove materiali, ma solo le dichiarazioni di un esponente del Pd che sostiene di averlo riconosciuto durante l’aggressione, aggressione, peraltro, che avrebbe compiuto insieme ad altre persone, nessuna delle quali allo stato identificata. Secondo il Tribunale del Riesame, la sua detenzione è giustificata dal fatto che CasaPound è un movimento che usa la violenza come strumento di lotta politica.
Un’affermazione che non poggia su nessuna condanna o elemento di fatto e che non ci può che far ritenere di essere di fronte a un processo
politico”.

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