Roma. Domani il Centro Studi Polaris dibatte sull’Europa e sviluppo

Roma. – Giovedì 14 giugno, a partire dalle ore 14, piazza delle Cinque Lune, 74. Ingresso libero.

Il Centro Studi Polaris con il patrocinio della Presidenza della Delegazione Italiana presso l’Assemblea Parlamentare dell’OSCE PA, dedica il suo annuale appuntamento pubblico alla tematica

Italia ed Europa. Crisi, soluzioni, partners, aree di sviluppo

Onorevole Riccardo Migliori (Presidente della Delegazione Italiana presso l’Assemblea Parlamentare dell’OSCE PA e VicePresidente dell’assemblea parlamentare dell’OSCE PA);
Senatore Generale Mauro Del Vecchio, membro della delegazione parlamentare italiana presso l’Osce Senatore;
onorevole Giorgio Holzmann;
Alex Voglino, direttore dell’Istituzione Biblioteche di Roma;
i giornalisti: Pietrangelo Buttafuoco (Foglio, Mondadori ecc), Alessandro Capriccioli (L’Espresso, L’Unità), Enzo Cirillo (E Polis) , Lanfranco Pace (Il Foglio), Francesco Palmieri (Agi), Enrique Ravello (Europae), Roberto Rosseti (Rai);
i sindacalisti William Devecchis, Ettore Rivabella;
l’economista Antonio Bovo;
il presidente del Centro Studi, Paolo Caioli;
il caporedattore della rivista, Gabriele Adinolfi.
Saranno presenti alcune Ambasciate interessate.

Ecco i temi sviscerati

L’Europa è in crisi o no?
I suoi trattati vanno rispettati ciecamente o cambiati?
La filosofia europea è quella giusta? E’ quella definitiva o può essere modificata?
L’Euro e la Bce: per forza così come sono?
La finanza deve obbligatoriamente  guidare la politica?
Commissari e burocrati devono diventare sinonimo di Europa?
Demografia, energia, lavoro, stato sociale, sviluppo: siamo sulla strada giusta?
Abbiamo una linea efficace per le sfide globali?
E’ possibile uno sviluppo in Europa che non calpesti le diverse tradizioni culturali del nostro continente?
Che ruolo ha, e che ruolo può avere, l’Italia in Europa e nei rapporti tra l’Europa e il resto del mondo? (Mediterraneo, Russia, Sco ecc…)
Quali sono le prospettive energetiche, culturali ed economiche giuste per l’Italia e per l’Europa negli equilibri che cambiano?

Il Secolo Nuovo