La Sicilia ha un bilancio di 27 miliardi e 5 di debiti, da quello che sembra derivanti per lo più dalle vecchie gestioni.
Ci sono però aspetti importanti di cui tenere in seria considerazione:
- perchè Monti interviene così duramente sulla Sicilia chiedendo le dimissioni del governatore Lombardo mentre ci sono anche altre regioni non proprio virtuose e su queste nulla?
- Monti da cosa trae legittimazione e appoggio per fare una simile richiesta visto che non lui non è stato eletto mentre Lombardo si?
- La Regione Sicilia ha un suo statuto che prevede all’articolo 27 la possibilità di un intervento di un Commissario nominato dal Governo dello Stato. Non è quindi legittimo un intervento diretto di Monti.
Non è che con questo si voglia sminuire la gravità del deficit importante e pesante, ci sono però passaggi istituzionali e forme democratiche di cui un presidente tecnico non può e non deve fare a meno.
- Ha fatto bene Confindustria a presentare il problema:Ivan Lo Bello, una vita nella lotta al racket e alla corruzione, che tiene a ricordare come “il problema non è solo Lombardo. C’è un pezzo della società siciliana che non ha colto i segnali. Il paradosso riguarda direttamente i ventimila dipendenti regionali. Nessuno di loro si rende conto del rischio che corrono. Come i pensionati della Regione pagati qui direttamente”.
Verrebbe da chiedersi dov’era Confindustria quando si facevano tali debiti..ma questo è uno dei tanti aspetti di una politica italiana e non solo siciliana in cui la politica pervade tutto e manovra tutto con intrecci affaristici e confusione di ruoli tra politica ed economia, e alla fine i debiti sono da sanare.
Vanno bene gli allarmi ma ci sono pure le responsabilità di coloro che hanno gestito assieme e in maniera clientelare i fondi pubblici.
- L’altro aspetto preoccupante è l’inesigibilità dei soldi Fas ( fondi europei per le aree sottoutilizzate ) la Regione Sicilia non avrà:
- Lo Bello “fondi che non ci sono più e che non avrà mai”.
In un’azienda parleremmo di falso in bilancio?
“E’ quel che deve controllare Monti”.
La sostanza è ai tempi di Tremonti i fondi sono stati utilizzati per varie emergenze e i famosi quattro miliardi di cui si parla devono essere approvati dal Cipe.
La solita storia di lungaggini burocratiche e mala gestione politica per cui ora mancano e sono a rischio gli stipendi dei dipendenti siculi, chi gestisce non paga e le colpe sono degli ultimi arrivati e la storia prosegue all’infinito.
Giuseppe Criseo