Napoli. – Tribunale di Napoli, sezione fallimentare. Ore 12.00 di mercoledì del 18 luglio. Nessuna offerta è stata presentata per il Bando internazionale di gara preparato dalla Curatela fallimentare nell’ambito della procedura di fallimento della società Parks & Leisure, la srl che sovrintendeva alle attività di Edenlandia e dello Zoo di Napoli. Anzi, in verità un’offerta c’è stata. Quella dei Verdi e dell’Università di Agraria definita da molti ‘provocatoria’ e ‘con il solo obbiettivo di guadagnare un pò di spazio sulla stampa’. Nella busta infatti solo la simbolica cifra di 100 euro per la ‘esclusiva gestione degli animali dello Zoo’.
Asta deserta, quindi, e l’ombra funesta della chiusura a tornare di prepotenza nella vicenda dei 77 lavoratori da mesi in cassa integrazione per scongiurare la fine anticipata di un pezzo di storia di Napoli.
“Siamo al punto di partenza” afferma stizzito Massimo Taglialatela, segretario generale della Uilcom Campania, che ha incontrato prontamente i lavoratori riuniti in assemblea straordinaria per decidere insieme al sindacato le prossime mosse di quella che pare una partita dal risultato già conosciuto in partenza. “Riteniamo – ha poi affermato il sindacalista – che il lavoro svolto finora dalla Curatela sia stato un fallimento, per molti tra cui noi della Uil peraltro ampiamente previsto ed annunciato allorquando abbiamo scritto al Giudice ed all’Amministrazione comunale più volte per denunciare fino all’ultimo secondo utile prima della presentazione del Bando di gara internazionale il nostro mancato coinvolgimento nella fase immediatamente precedente alla sua divulgazione alla stampa e successiva pubblicazione. Se fossimo stati coinvolti a monte – spiega l’esponente Uil – avremmo sottolineato alla Curatela, al Giudice ed all’Amministrazione comunale che è parte attiva in questo procedimento per la sua presenza nel Cda dell’Ente Mostra che, ad esempio, fissare ad 800 mila euro annui il costo dell’affitto dei suoli per il potenziale acquirente di Edenlandia e dello Zoo sarebbe stato, come poi si è rivelato, un grave errore. Così come il vincolo dei venti anni per la concessione dei suoli: quale impresa – si domanda il segretario Uil –rischierebbe ‘terzi e capitali’ rilevando al costo di 7,5 milioni di euro un’impresa fallita e da rigenerare in toto spendendoci fior fior di quattrini all’interno tra ristrutturazioni e campagne di marketing pubblicitario per poi, una volta riavviata con gran fatica l’attività, vedersi dopo appena venti anni revocata la licenza di utilizzo dei suoli che resterebbero di proprietà dell’Ente Mostra, quindi del Comune di Napoli? La risposta è nell’esito dell’asta andata praticamente deserta: nessuno”!
La Uilcom fa notare inoltre che sulla vicenda ci sono forze che si sono mosse con intenti ‘poco chiari’ ed altre che si sarebbero potute muovere alla grande ma non hanno saputo sfruttare in pieno l’occasione. “Basta con le provocazioni – tuona infatti Taglialatela – i Verdi la smettano di pensare solo agli animali ed a progetti ecologici che non tengano dentro tutti i lavoratori di Edenlandia e Zoo e quelli dell’indotto. L’idea– spiega Taglialatela – che lo Zoo sia una cosa ed Edenlandia un’altra e che le Istituzioni si debbano muovere avendo a cuore in primis il destino degli animali non solo non ci piace, ma non la condividiamo affatto e la contrasteremo con ogni mezzo: per il Sindacato vale il motto ‘o tutti o nessuno ’!”
Ma l’affondo della Uil è diretto anche al Comune che, per Taglialatela, ha perso una ghiotta occasione: “Perché – si si chiede la Uil – non si è pensato di organizzare dei grandi eventi in Edenlandia ed allo Zoo? Perché, ad esempio, il parco nella sua interezza non è stato inserito nei percorsi turistici legati all’evento della Coppa America? Il fatto – sostiene la Uilcom – è che non c’è stata una reale volontà di impegnarsi a livello mediatico e pubblicitario per il vero rilancio di Edenlandia e dello Zoo nell’ottica di una città metropolitana che ha bisogno di un parco dei divertimenti e di un bio parco inseriti nei circuiti del turismo locale, magari in collaborazione con la Camera di Commercio. Lo diciamo da mesi: non si può pensare di caricare tutto sulle spalle di un unico imprenditore che si trasformi in un novello ‘salvatore della patria’ e rilanci ora lo Zoo, ora Edenlandia, ora l’Ippodromo di Agnano, ora le Terme. Occorre un progetto globale che partendo da Fuorigrotta, arrivi ad Agnano e coinvolga anche Bagnoli immaginando un rilancio di tutta l’aria e non prevedendo interventi spot lasciati al ‘buon cuore’ dei singoli ed alla buona volontà dei volenterosi. Abbiamo scritto al Sindaco in queste ore per chiedere l’apertura di un tavolo serio di confronto su tutte queste partite, che coinvolga magari anche la Camera di commercio, l’Unione degli Industriali, l’Api e perché no anche i Comuni dell’Area Flegrea che potrebbero essere interessati ad un simile progetto. Speriamo che stavolta colgano l’occasione senza perdere tempo”.
Intanto i lavoratori attendono sapendo che – ma su questo non c’è ancora l’ufficialità da parte del Tribunale – l’esercizio provvisorio sarebbe stato prorogato fino al 31 ottobre prossimo. E per loro il destino di rimanere ancora in cassa integrazione per tutto il 2012 si fa sempre più concreto.