Roma.– Occupazione simbolica della sede della rappresentanza in Italia della Commissione europea, a Roma, da parte di un centinaio di militanti di CasaPound Italia, che, dopo l’incursione negli uffici Ue, hanno rovesciato alcuni sacchi di carbone davanti all’ingresso di via IV Novembre, esponendo un maxi-striscione con su scritto ‘Difendi il carbone italiano, autarchia europea’ ‘’per esprimere solidarietà ai minatori che stanno manifestando per il loro diritto al lavoro e per condannare la politica della Ue, che vieta gli aiuti di Stato ma consente sovvenzioni alle produzioni di carbone tedesche ed elargisce miliardi al settore finanziario’’.
Durante la manifestazione c’è stato anche uno scambio di battute con il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, arrivato nella sede Ue per l’annunciato incontro con il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci. A Tajani CasaPound ha chiesto di intervenire per salvare il futuro della produzione italiana di carbone, ma il vicepresidente della Commissione ha spiegato che per le miniere del Sulcis, non più competitive, esiste solo un futuro di archeologia industriale e la possibilità di uno sfruttamento turistico. Soluzione giudicata ‘’inaccettabile’’ dai manifestanti che invece chiedono la difesa del comparto energetico italiano e dei posti di lavoro.
‘’La vicenda delle miniere nazionali di carbone si trascina senza soluzione da troppi anni – sottolinea Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia– La crisi delle miniere dell’Iglesias è causata dai prezzi bassi del carbone di importazione, specie cinese, prezzi ottenuti con condizioni di lavoro medievali e migliaia di morti l’anno per incidenti. Basterebbe una piccola sovvenzione statale al carbone nazionale (dai 5 ai 10 milioni di euro l’anno) per coprire la differenza di prezzo della nostra minuscola produzione (l’equivalente dello stipendio di un solo manager del settore bancario), e mantenere in attività questo comparto industriale. E l’attività del settore farebbe incassare allo Stato, in imposte e tasse, molto di più delle somme necessarie alle sovvenzioni pubbliche. Ma la Unione europea proibisce gli ‘aiuti di Stato’, e quindi tutto dovrà andare a catafascio con giganteschi aggravi all’erario per sostenere gli abitanti di un intero settore industriale che rimangono senza lavoro, trascinandosi dietro l’indotto, i commerci e i servizi. E questo mentre le miniere di carbone tedesche continuano ad essere sovvenzionate pubblicamente per una produzione annua di 28 milioni di tonnellate (in Sardegna appena centomila tonnellate), come pure sono sovvenzionate pubblicamente le miniere di carbone presenti in molti Stati europei’’.
‘’Il governo liberista di Monti e chi lo sostiene accettano a capo chino che nella Ue alcuni Stati sovvenzionino pubblicamente i settori energetici mentre a noi italiani si nega lo stesso diritto, su somme per giunta risibili. Non possiamo che nuovamente condannare i ‘due pesi e due misure’, con le centinaia di miliardi pubblici elargiti senza fiatare al settore bancario e finanziario, e le sovvenzioni statali ai comparti industriali negate all’Italia ma allegramente concesse negli ‘Stati guida’ della Ue – conclude Di Stefano - CasaPound si batte per un’Italia che sappia imporre all’Unione europea il rispetto dei nostri interessi nazionali e della parità tra i lavoratori europei, e che non accetta la concorrenza sleale del carbone extraeuropeo basata sulla schiavizzazione e la morte delle maestranze’’.