Cercola. Scuola De Luca Picione sotto assedio, spazzato via il “bianco imperiale”

scuola de luca picione

Cercola (Na). – Il giallino spazza via la memoria storica espressa dal bianco imperiale, il quale  per un secolo  ha dominato la facciata della storica Scuola De Luca Picione, e soprattutto “quel bianco” ha rappresentato  un faro piantato nel cervello dei cercolesi, proprio come il Vesuvio.

Invece con un’incredibile operazione di macelleria culturale  i comandanti di turno hanno fatto soccombere la memoria storica e culturale della città. In piena estate, avvalendosi del silenzio e dell’immobilismo determinato dalle ferie, i tecnici comunali, di concerto con la Sovrintendenza dei Beni Ambientali di Napoli,  hanno fatto sparire con un colpo di giallino il bianco che tinteggiava, da un secolo,  la  monumentale ed imperiale Scuola De Luca Picione, costruita all’inizio del ’900 e rifinita nel periodo del ventennio fascista.

A differenza delle altre scuole cittadine, costruite negli anni Ottanta e Novanta, la Scuola De Luca Picione ha retto in modo sicuro e strabiliante all’incedere del tempo, e soprattutto al tremendo terremoto del 1980. Mentre è facile notare che  nelle altre scuole cittadine i disastri compiuti dai grandi tecnici e costruttori del nostro tempo. La Scuola De Luca Picione rappresenta nel napoletano quella lungimiranza storica dei governanti di inizio secolo, i quali hanno costruito in territorio sismico strutture pubbliche che ancora oggi , vedi l’esempio dell’Ospedale Cardarelli (il più importante del Meridione), fanno parte attiva del quotidiano  dei cittadini napoletani e delle periferie.

Dall’Ufficio Tecnico Comunale, la vera zavorra allo sviluppo urbanistico di questa  città, rimandano le responsabilità della scelta del colore ai sovrintendenti dei Beni Ambientali. E questi ultimi, forse sarebbero stati presi da un impeto “radical chic” , determinando  questo giallino, e nulla a che vedere, tecnicamente e stilisticamente, con quel tipo di struttura, e soprattutto incompatibile con i colori che caratterizzano il Municipio e la Chiesa adiacenti, che si vestono di grigio e rosastro. Ed in particolare ai piedi del Vesuvio, terra di fuoco, cosa c’entra questo giallino, in che aspetto del paesaggio vesuviano si ritrova  questo colore?

La memoria storica rappresenta quel valore che ci fa comprendere da dove veniamo, e soprattutto, pone le basi per indirizzarci sul cammino futuro. Ma questi signori del potere, con la compiacenza colpevole dell’amministrazione comunale (di destra!?) e della dirigenza didattica, hanno violato la sacralità di un’opera pubblica che è scolpita fortemente nelle memorie di gran parte dei cittadini di Cercola; più o meno tutti i cercolesi, ed anche quelli di Ponticelli, son passati per questa scuola, e nella memoria di ognuno è s”timbrato” il meraviglioso bianco imperiale, figlio di una storia incredibile e , soprattutto, di un’epoca virtuosa e lungimirante dei tempi che furono.

Ma nel mondo della cultura e della burocrazia di queste storie se ne son viste tantissime, ed infatti, per citarne una delle più emblematiche, riportiamo quella  delle foibe. L’esistenza di questa tragedia  -tutta italiana – è stata portata a conoscenza degli studenti soltanto nel 20o0, in quanto prima i grandi burocrati della scuola italiana, quelli della sinistra bigotta, si organizzarono a far sparire dai libri di storia gli eccidi dei comunisti slavi a danno degli italiani. Ed oggi ci risiamo con questa altra vergognosa pagina di macelleria culturale, tutta localistica, ma sempre dolorosa.

il direttore Gaetano Busiello

 

 

1 Commento

  1. giorgio angrisani scrive:

    Magari al direttore non sarebbe dispiaciuto un bel fascio littorio sulla facciata tutta dipinta di “bianco imperiale”…….Rimpianto per qualcosa che mai più potrà tornare,per fortuna, se ne faccia una ragione.

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