Una manifestazione rivoluzionaria e armata organizzata dal Partito nazionale Fascista (28 ottobre 1922) nata per imporre un governo guidato da Mussolini.
Il re Vittorio Emanuele III, il re silenzioso, non oppose resistenza ed il 29 ottobre del 1922 nominò Benito Mussolini capo del governo, mentre le squadre fasciste assumevano il controllo delle principali città del nord. La Marcia su Roma, guidata da un quadrumvirato ( E. De Bono, C.M. De Vecchi, Balbo, M. Bianchi), fu scelta come l’epilogo della rivoluzione fascista e, allo stesso momento, come l’inizio del cosiddetto ventennio.
Per celebrare e rendere vivo il ricordo della storia della nostra Patria è in uscita il libro dello scrittore Antonio Di Pierro ( Il giorno che durò 20 anni. 22 Ottobre 1922: la Marcia su Roma), un racconto scritto con l’approccio della cronaca diretta, narrato ora per ora, fatto di un capitolo ogni avvenimento. Dai frammenti, si evocano le poche ore pregne di accadimenti che segneranno per sempre il destino della storia d’ Italia.
Il 16 Novembre del 1922 il Duce presentò alla Camera il nuovo Gabinetto ed espose il famosissimo discorso del Bivacco, in cui riportava i propositi del nuovo governo. Eccone uno stralcio:
“Ora è accaduto per la seconda volta, nel volgere di un decennio, che il popolo italiano – nella sua parte migliore – ha scavalcato un Ministero e si è dato un Governo al di fuori, al disopra e contro ogni designazione del Parlamento. Il decennio di cui vi parlo sta fra il maggio del 1915 e l’ottobre del 1922. Lascio ai melanconici zelatori del supercostituzionalismo il compito di dissertare più o meno lamentosamente su ciò. Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti. Aggiungo, perché ognuno lo sappia, che io sono qui per difendere e potenziare al massimo grado la rivoluzione delle «camicie nere», inserendola intimamente come forza di sviluppo, di progresso e di equilibrio nella storia della Nazione. Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non ci abbandona dopo la vittoria. Con 300 mila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto”.
La storia offre sempre molteplici chiavi di lettura. E’ un meraviglioso “processo di incarnazione” nel passato. Permette di sviluppare un senso critico, politico e morale. Scontrandoci con le vite di eroi, uomini vigliacchi, episodi di straordinaria normalità ci immergiamo e diventiamo immortali. Viviamo più vite, cercando di migliorare la nostra. “Ai posteri l’ardua sentenza”.
Rosanna Della Fonte