Sant’Anastasia (Na). - Il “no” del Senato al dibattito sulla proposta di riapertura del condono 2003, prospettato con disegno di legge, firmato per primo dal senatore Francesco Nitto Palma e presentato da 12 senatori Pdl per l’inserimento in calendario ha provocato reazioni immediate del sindaco, Carmine Esposito e della sua amministrazione, da anni impegnata nel far comprendere a tutti i livelli che il territorio è stretto da vincoli che ne hanno decretato la “morte” certa, stante l’impossibilità di programmarne un sicuro e moderno sviluppo, ivi compreso la non applicabilità del condono 2003.
“Mi appello al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché sul senato, e non lo si debba veder impegnato a “piangere” il popolo campano in caso di un possibile evento tellurico o eruttivo del Vesuvio, che inciderà certamente sulle case antiche e anche sui manufatti che non hanno potuto regolarizzarsi amministrativamente con il condono del 2003. Sarebbe “carino” che intervenisse oggi sul Senato, per garantire a tutti gli italiani gli stessi diritti. Dalle sue parole dette a L’Aquila, dall’esortazione a ricostruire la parte storica della città; dalle sue affermazioni subito dopo il terremoto in Emilia a ricostruire i capannoni caduti, come non porsi la domanda: perché in Emilia si possono ricostruire le strutture abbattute dal sisma e in Campania no? Non è la Campania una nota zona sismica come quella di altre regioni italiane? La riapertura del condono 2003 non è altro che una “riapertura tecnica” che sana una legge regionale campana dichiarata nel 2006 incostituzionale. E la Corte Costituzionale già nel 2006 ebbe a dire che c’era una disparità di trattamento tra le regioni italiane, come ad es. il Piemonte, e la Campania. In pratica, coloro che nel 2003 in Italia commisero abusi edilizi anche di natura penale hanno usufruito del condono, i campani no. I campani, per lo stesso tipo di abuso penale vanno in carcere. E’ un problema discrezionale? E’ semplicemente vergognoso che in Italia nessuno possa ammettere onestamente che alcuni autorevoli esponenti del PD, come il capo gruppo della Commissione Ambiente del Senato, commettono un grave errore e un torto verso il popolo campano, quando si definisce “surreale” la proposta di legge, liquidata come un quarto condono edilizio. Il disegno di legge, invece, in nessun punto riapre ad opportunità diverse già concesse e godute da altri cittadini italiani, tranne i campani. Vuole solo ristabilire parità di trattamento per tutti gli italiani e permettere ai cittadini della Campania di usufruire del condono 2003 per sanare gli abusi commessi fino al 2003 e non sanare quelli successivi al condono. Altrettanto falsa e strumentale è la dichiarazione per cui ai Comuni mancherebbero gli strumenti per valutare oggi le istanze di condono 2003, in quanto il territorio della Campania è da sempre il più monitorato ed esistono aerofotogrammetrie esattamente coincidenti al periodo considerato dal condono 2003. Se così non fosse, cioè se i controlli aerofotogrammetrici campani non esistono, sarebbe da chiedere a Bassolino e alla sua Giunta come mai non hanno provveduto o stanziato i fondi necessari per ottenerli, evitando magari spese frivole. Il nostro territorio, quello di Sant’Anastasia, è attentamente monitorato. Perché non possiamo garantire ai cittadini anastasiani il loro diritto?
a cura dell’Ufficio Stampa – Comune di Sant’Anastasia