Quelli di destra, oggi perdono un riferimento. Pino Rauti, il prestigioso segretario del MSI ci ha lasciato. Non sono mai stato un sostenitore accanito di Rauti, ma lo rispettavo. “Quello sfondamento a sinistra”, suo pensiero più forte, mi destabilizzò. Correva la metà degli Anni Novanta, e per spirito di servizio dovetti, appena adolescente, di già espormi nelle consultazioni comunali , prima di Fiuggi, e sotto la bandiera missina. Ero ragazzetto, e vivevo a ridosso del “Triangolo della Morte”, nella periferia orientale di Napoli. Scorreva sangue tutti i giorni, anche davanti ai nostri occhi, ingenui ed impauriti, di adolescenti. Ed io non potevo acettare nè il metodo camorristico, e soprattutto chi garantiva, - quella ambigua zona grigia permeata di commistione – , quell’intifada tutta vesuviana, che collezionava brutalmente, e con una sequenza terrificante, morti nelle nostre piazze e strade. In quei quartieri , in quell’area dominava politicamente la sinistra, con percentuali mostruose. Forse per un contesto sbagliato, o un pensiero percepito in modo errato, il mio amore per il maestro Pino Rauti, non è mai scoccato. Dentro di me la sinistra non poteva sfondare, era complice di una delle più terribili guerre italiane.
Non ero innamorato del suo modo di comunicare, di austero e serio professore; ma lo rispettavo. Fiuggi 95′, comunque, resta la pagina più triste della mia generazione, quella che si è fatta scivolare addosso la favola finiana di Alleanza Nazionale. In quegli anni eravamo adolescenti e fummo accattivati dall’imbonitore Gianfranco Fini. Poi la storia di questi giorni ci racconta che è stato rovinato dalla smania di potere, dai sentimenti e dai suoi stessi colonelli. Ed in tutto il percorso di An, radicalmente a Destra, contenti per un tetto e dei valori da mettere in campo, seguivamo con ammirazione l’incedere culturale di chi quella tradizione di destra la continuava ad onorare, ma lontano da Noi. Correvamo a presenziare il comizio dell’uomo della svolta, Ganfranco Fini. E snobbavamo, a malincuore, Pino Rauti. Non c’è stato un solo giorno fino al 2006 che io non abbia sostenuto il presidente di AN, anche quando nel comizio di chiusura a Piazza dei Martiri delle elezioni europee 1999, fui l’unico ad alzare la bandiera del partito, mentre la mia federazione provinciale era intenta a boicottare il comizio di Fini, facendo ritirare le bandiere.
Ricordo le notti, divertenti e faticose, umide e fredde, , ad affiggere i manifesti del Presidente Fini, ed aumentare il ritmo di affissione a ridosso delle sei del mattino, non dovevamo perderci il Gran Premio di Fromula 1 della Ferrari, che si disputava in Asia o in Australia.Sudati ed inzuppati di quella meravigliosa colla, rientravamo nei palazzi, a nascondere qua e là secchi e scope, cercando di non farci scoprire dai genitori. E tutto cià accadeva in quel di Napoli, rossa di sangue e di comunismo. A metà degli Anni Novanta, però, di giorno, mi dimenavo nelle redazioni per farmi spazio, l’ostilità era forte perchè sostenevo, pensate un pò, un leader politico fascista, ed era Gianfranco Fini.
Solo alcuni giorni fà, stranamente, con gli amici che frequento quotidianamente, si parlò improvvisamente di Pino Rauti. Dissi senza indugi : “non perdonerò mai più Gianfranco Fini, e solo per il fatto di avermi allontanato da Pino Rauti”. Fu strano, ma sono deluso. La mia generazione, quella non premiata, o perduta come la definisce Monti, ci ha creduto ed è delusa. Siamo stati dei diamanti nel porcile. Ma in cuor mio so benissimo che non ero maturo per capire quello sfondamento a sinistra, mai attuale come adesso. Spesso i contesti storici e territoriali possono condizionare irrimediabilmente delle scelte, ma arriva sempre quel giorno che ti rendi conto di aver sbagliato. Si, ho sbagliato. Alleanza Nazionale nacque non per coltivare i valori, ma per inseguire il consenso. Pino Rauti è vissuto per determinare l ‘affermazione di quella cultura di Destra, vittima solo di qualche pericoloso estremismo, ma pur sempre seria. Nani, ballerine, jeepponi, e borsette costose avranno fatto ribollire l’anima di Pino Rauti, la vittima sacrificale della smania di potere di Alleanza Nazionale.
I suoi libri, i suoi pensieri, la sua storia, correranno ancora dentro le anime di quegli adolescenti “fregati” da quella apertura alla società civile ed al liberismo che ci ha fatto vergognare al cospetto del mondo intero. Ciao Pino, Onore a Te.
il direttore Gaetano Busiello