Nola (Na). - Per capire la gravità degli eventi è giusto fare un tuffo nel passato… Correva l’anno 2005, quando, menti illustri ebbero la “brillante” idea di smantellare lo storico Stadio “Comunale” per costruire il “Museo della cartapesta”. Così i vari Nicola Vecchione (membro dell’ente “Festa dei Gigli”), Vittorio Avella (Presidente del “consorzio cartapestai Nolani”), l’ex sindaco Napolitano, l’arch. Giacomo Stefanile (all’epoca dirigente del settore urbanistico) ed Arturo Cutolo (all’epoca assessore ai beni culturali) si fecero promotori di un progetto che nell’indifferenza totale dell’allora amministrazione Napolitano e degli enti preposti al controllo ha tolto alla Città di Nola in un sol colpo stadio, museo della cartapesta e 5 milioni di euro stanziati all’epoca e spariti al momento del blocco dei lavori, “regalando” ai cittadini un ecomostro che ancora oggi “decora” la storica Piazza D’Armi.
Passano diversi anni, fino ad arrivare al 2008 quando nasceva il gruppo Ultras “Essepienne” che riprese la “problematica stadio” con manifestazioni, volantinaggio, ecc. ecc.. Arriviamo così all’inizio della campagna elettorale del 2009, quando il candidato (attuale Sindaco) Avv. Biancardi, accompagnato da Vincenzo Iovino (attuale Consigliere Comunale) da sempre molto “vicino” esclusivamente ad alcune associazione socio – culturali, promise la costruzione di un impianto sportivo nuovo o la ristrutturazione dello “Sporting Club”. Nel corso degli anni l’amministrazione Biancardi ha dichiarato di aver “speso” la modica cifra di oltre un milione di euro, di cui circa 600.000 euro per drenaggio e recinzioni, risultate poi non adatte ai fini previsti, circa 500.000 euro per il manto erboso di nuova generazione (ad onor del vero ottimo per la categoria) e vari lavori di adeguamento molti dei quali rivelati futili ed “arronzati”.
Da non dimenticare la ridicola storia delle torri faro del vecchio stadio “Comunale”, promesse dapprima allo “Sporting Club”, poi spacciate per non funzionanti (cosa non veritiera) ed infine vendute al comune di Pomigliano per ferro vecchio senza preavviso né autorizzazione. Malgrado abbiano asserito di aver utilizzato suddetta cifra resta il quesito che, qualora fosse vero, ci saremmo ritrovati con un impianto eccellente. Questo avrebbe garantito calcio ad alti livelli, visibilità verso imprenditori locali (e non) intenzionati ad investire, comodità e comfort per gli spettatori. Con il trascorrere del tempo si sono susseguite promesse non mantenute fino ad arrivare ad un accordo tra amministrazione e il popolo nolano, che prevedeva la costruzione di una tribuna coperta, la ristrutturazione degli spogliatoi ed adeguamenti vari, per una spesa pari a 200.000 euro. Con cifre simili,citando ad esempio il paese di Comiziano,si è provveduto alla costruzione di una tribuna coperta,al rinnovo degli spogliatoi,della struttura sportiva e delle torri faro dello stadio mentre a Nola questi soldi non bastano nemmeno per una tribuna opportuna.
L’ultimo interrogativo che ci poniamo è come sia possibile che gli Enti preposti all’esercizio delle funzioni pubbliche accettino tutto ciò,pur essendone a conoscenza.
Beffare così gli appassionati cittadini di calcio e sperperare denaro pubblico risulta fuorviante.Sembra di essere tornati al tempo di Robin Hood,solo che allora si rubava ai ricchi per dare ai poveri.Oggi,invece,nostro malgrado,appare l’inverso.
Che queste parole servano da monito.Bisogna porre fine a questa vergogna che quotidianamente,per svariate ragioni,Nola subisce.
“Essepienne – Ultras Nola”