Napoli. Rivellini: Ilva? Nazionalizziamola, come fatto per altre industrie

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Napoli. - L’europarlamentare Enzo Rivellini (Ppe/Mezzogiorno di Fuoco): «La vicenda Ilva dimostra ancora una volta come il Sud sia stato mortificato e considerato una colonia dei grandi poteri economici del Nord. A Taranto ed a Bagnoli fino al ’96 lo Stato produceva, inquinando la natura, e successivamente ha di fatto “regalato” l’azienda, senza chiedere in cambio opportuni ammodernamenti che cautelassero l’ambiente e la salute di operai e cittadini. Bisogna sottolineare che l’acciaio è prodotto anche a Dalmine, vicino Bergamo, senza inquinare l’ambiente nè la salute. Ma oltre a questa riflessione è opportuno che i vari Renzi, Bersani, Berlusconi, Alfano, Monti e via dicendo, invece di parlare con il solito politichese che ha stancato gli italiani, comincino a discutere di cose serie e vere. Come quella, ad esempio, di prevedere per le grandi aziende che si sono “ingrassate” con gli aiuti statali, per le grandi banche che hanno sfruttato le normative, nazionali e internazionali, per lucrare ed oggi non concedono neanche un euro di fido, un’azione in difesa del popolo. Che si nazionalizzino queste aziende e queste banche.
La Fiat dopo aver incassato milioni di euro di contributi se ne va dall’Italia mettendo in mezzo ad una strada decine di migliaia di lavoratori ? L’Ilva pur avendo avuto l’azienda quasi gratis non rispetta le norme ambientali ? Le banche hanno ricevuto dalla Bce centinaia di miliardi di euro per finanziare le piccole aziende ed invece aggiustano i propri bilanci acquistando bond a tasso più alto ? Bene, allora lo Stato nazionalizzi queste realtà e le trasformi in strumenti utili per gli italiani. Una classe politica rappresentativa, di fronte a grandi tragedie ed alla scelta se accontentare pochi potenti o sfamare il popolo, deve assolutamente scegliere la seconda soluzione».
Il Secolo Nuovo

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