“Snobbata” l’inizativa, ed anche il coraggio, di Agnese Borsellino, moglie di Paolo, piombata a Servizio Pubblico con un videomessaggio, quanto commovente, tanto inquietante. E ciò è accaduto all’indomani della decisione dei giudici della Corte Costituzionale che hanno accolto il ricorso presentato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano contro la Procura di Palermo in merito alle intercettazioni indirette di alcune conversazioni telefoniche tra il capo dello Stato e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, sottoposto a sorveglianza dai pm siciliani nell’ambito dell’indagine sulla trattativa Stato – Mafia.
Gli interrogativi inquietanti di Agnese Borsellino non hanno attirato , stranamente, nè gli eminenti politologi e nè gli stessi politici. La moglie di Paolo Borsellino si chiedeva: 1. chi era e quale ruolo rivestiva l’ex Ministro dell’Interno Nicola Mancino quando il pomeriggio del primo luglio del ’92 incontrò suo marito? 2. E perchè Paolo rientrato la sera di quello stesso giorno da Roma Le disse che aveva respirato aria di morte?
Mi risulta, alquanto, agghiacciante questo silenzio tombale dei grandi soloni dell’antimafia e, soprattutto, di coloro che si stanno interrogando su come sta reagendo l’Italia a questa aggressione alla sua credibilità, alla sua economia, alla sua etica pubblica. L’ultimo dei megafoni della politica nazionale poteva intercettare il messaggio di una delle tanti madri, e moglie coraggio, che non accetta che suo marito, quel meraviglios uomo che è stato Paolo Borsellino, venga ucciso altre diverse volte. Ha messo da parte il suo pudore ed ha celebrato il suo profondo, e comprensibile, sdegno davanti a milioni di italiani, cercando di smuovere le coscienze degli italiani e delle dormienti istituzioni. Il gelo è calato attorno a questo iniziativa. Eppure siamo all’alba della Terza Repubblica, che affonda le radici fortemente nella Prima e Seconda Repubblica, visti i sepolcri imbiancati che si accingono ad animare questa imminente campagna elettorale.
Però, non è vero che nulla cambia. All’alba della Seconda Repubblica la nostra nazione ha visto , e pianto, la coerenza di un grandioso magistrato, stupendo marito e padre, soccombere sotto i colpi prevedibili della Mafia, per non essersi piegato. In tanti ci siamo commossi, in tanti abbiamo coltivato le sue idee ed i suoi valori. Ed oggi un altro Borsellino, la sofferente Agnese, ci apre la porta verso la riflessione e la preoccupazione. Siamo all’alba della Terza Repubblica, come non cogliere questo segnale fortissimo. Perchè chi , per professione, cercherà il consenso è scappato a gambe levate dalla discussione sulla forte posizione di Agnese Borrsellino?
Al di fuori dello scontato silenzio c’è un qualcosa di sommerso che Agnese Borsellino ha tentato di tirar fuori , difficile pensar che si trattasse, semplicemente, uno sfogo contro Nicola Mancino.
Nell’Italietta che non conta più si distingue , ancora una volta, la figura della donna, – oggi Agnese mamma e moglie – che ha il coraggio di esporsi, e di metter fuori quel filo conduttore che la unisce al compianto marito, che si esprime nella ricerca delle verità, e soprattutto, nel manifestare l’allarme: “Tutto sta per cambiare per non cambiare nulla”. Agnese Borsellino teme che in questo riciclo da Terza Repubblica, i mandanti dell’uccisione di Paolo Borsellino sguazzino ancora nei posti di potere, e gestiscono in futuro le italiche speranze ad uso e consumo di ideali da vergogna. Non ci sarà “bomba elettorale” più prevedibile di quella che sta per esplodere.
il direttore Gaetano Busiello