Sant’Anastasia. PSO, il sindaco Esposito fa sul serio: iniziato lo sciopero della fame

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Sant’Anastasia (Na). – Annunciato in conferenza stampa di stamane lo sciopero della fame ad oltranza del primo cittadino per scuotere la politica, l’amministrazione regionale e, soprattutto, i circa 600mila abitanti dei 18 comuni rientranti nella “zona rossa per il rischio vulcanico”.

Un’azione forte, come il sindaco Carmine Esposito la definisce nel volantino che sarà distribuito in tutti i territori della zona rossa, “per far valere i propri diritti contro questo stato di abbandono non più sopportabile”.

Un’azione, l’ennesima, contro la mancata adozione da parte della Regione Campania del Piano strategico operativo (PSO), previsto nell’ormai famosa legge regionale n.21 del 10/12/2003 denominata “Norme urbanistiche per i comuni rientranti nelle zone a rischio vulcanico dell’area vesuviana”, che ha dettato misure speciali per i comuni vesuviani rientranti nella cosiddetta “zona rossa” della pianificazione nazionale d’emergenza dell’area vesuviana del dipartimento della protezione civile ed aveva dettato alla stessa Regione Campania l’obbligo di approvare, entro sei mesi dall’entrata in vigore della norma, un PSO che servisse a mettere in sicurezza i territori ed i cittadini che lì fossero rimasti a vivere.

E, dopo circa due anni di convegni, studi, pareri scientifici, incontri anche con i sindaci della zona rossa, apertura dell’assessorato regionale che ha prodotto il nuovo Piano Paesaggistico, la “madre di tutte le battaglie”, quella così denominata dal sindaco Esposito, lo ha portato a scrivere nero su bianco un invito-diffida alla Regione Campania per far approvare il PSO ed a rafforzare la sua azione con lo sciopero della fame: “il Comune di Sant’Anastasia, nella persona del Sindaco p.t. invita la “Regione Campania, in persona del Presidente p.t., ad approvare entro 30 giorni dal ricevimento della presente, il P.S.O., già adottato con Delibera di Consiglio Provinciale N.99 del 29/10/2007; o, comunque, a porre in essere le azioni volte ad adottare tutti gli strumenti necessari per una reale messa in sicurezza del territorio, con espressa avvertenza e diffida che in mancanza di un fattivo riscontro della presente entro 30 giorni dal suo ricevimento, sarà impugnato il silenzio innanzi al compente Tribunale Amministrativo Regionale, per la nomina del Commissario ad Acta e si procederà alla denuncia della colpevole omissione all’Autorità competente”.

“I cittadini devono sapere come stanno le cose e devono capire la gravità di aver bloccato i nostri territori con la legge 21 e la non adozione del PSO. Ancora più gravi sono i numerosi emendamenti presentati da gruppi regionali PD e IDV – dice il sindaco Esposito – tesi a rallentare, se non a bloccare, l’approvazione del nuovo Piano Paesaggistico. L’attuale stato di “sospensione” e “vincolo indifferenziato” è estremamente dannoso per il territorio e diminuisce, invece di aumentare, i gradi di sicurezza per le popolazioni residenti. A ciò si è aggiunta, dopo il parere dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato sugli abusi realizzati in “zona rossa”, la Soprintendenza per i BB.AA. di Napoli e provincia che ha di fatto bloccato tutti i condoni edilizi, anche per i manufatti realizzati prima dell’entrata in vigore della L.R. n.21/2003. E il Piano Paesaggistico regionale, che in parte potrebbe aprire spiragli positivi ai comuni, giace in consiglio regionale sotto il peso degli emendamenti. Una situazione politica e amministrativa che fa cadere nello scoramento soprattutto la mia amministrazione che pure ha adottato misure contro l’abusivismo e si accinge ad approvare PUC e PIP. Due strumenti che ridisegnano il paese, ma avranno limiti di attuazione proprio per la stretta dei tanti vincoli legislativi sui nostri territori. Non è possibile stare fermi di fronte alla negazione di sviluppo, di tutela, di messa in sicurezza, di attuazione di misure compensative, di investimenti nei nostri territori. Da tutto questo è scaturita la decisione di diffidare la Regione e di fare lo sciopero della fame. Vivrò di acqua, caffè e sigarette finché non avrò un segnale certo di soluzione del problema, un segnale che è a favore e tutela di tutti i cittadini della zona rossa”.

E, detto fatto, il sindaco si è pesato: 66 kg.

Redazione Cronaca

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