Roma,. - ”L’inchiesta di Napoli è un attacco congegnato ad hoc per screditare il movimento, forse c’è qualcosa dei sondaggi che sta spaventando qualcuno’. Lo ha detto Simone Di Stefano, candidato premier di CasaPound Italia, che, nel corso di una conferenza stampa in merito al’inchiesta di Napoli, ha sottolineato: ‘Delle cinquanta perquisizioni fatte stamattina trenta hanno riguardato Cpi, e tutte hanno avuto esito negativo: i nostri ragazzi hanno raccontato che non trovando nulla i carabinieri hanno provato a sequestrare perfino i libri di storia del liceo… Al termine di cinque anni di intercettazioni sull’intera estrema destra campana, ‘casualmente’ a due giorni dalla presentazione delle liste per le politiche, si è proceduto ad arrestare, senza nessuna prova, la nostra coordinatrice regionale, Emmanuela Florino, ora ai domiciliari, e un altro militante, mentre a un terzo dei nostri ragazzi è stato dato l’obbligo di dimora’.
‘‘E’ assurdo contestare l’associazione a delinquere a fini dell’eversione del’ordine democratico a un movimento che si sta candidando alle elezioni regionali e politiche e che è pronto a confrontarsi con il consenso”, ha aggiunto Di Stefano, che ha poi concluso: ”CasaPound Italia ha sempre dichiarato la sua avversione alrazzismo, al’antisemitismo, e anche alla violenza politica, ferma restando la difesa a oltranza del nostro diritto a stare in piazza contro chi questo diritto vuole negarci. Il razzismo e l’antisemitismo ci fanno vomitare come le inchieste a orologeria e i magistrati in politica. E se qualcuno nel nostro movimento non l’ha capito se ne deve andare perché vuol dire che questo non è il movimento per lui”.
Redazione Politica