Napoli. “Giu’ le mani dai nostri marò”: mercoledì 27 marzo – ore 16,00 – mobilitazione sotto al Consolato Indiano

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Napoli. - Dalla città partenopea salirà fortissimo il grido d’indignazione nei confronti del governo italiano e di quello indiano:  i quali, in dispregio  delle norme di diritto internazionale, stanno umiliando la posizione dei due  marò, gloriosi servitori dello Stato Italiano. Salvatore Girone e Massimiliano La Torre si trovano al centro di un intrigo internazionale, a margine dell’accusa di omicidio di due pescatori indiani sollevata dalla giustizia indiana.

I giovani napoletani, in poche ore, hanno messo su una sentitissima manifestazione di protesta , che si terrà il prossimo mercoledì 27 marzo , alle ore 16,00 sotto al Consolato Indiano, ubicato in via Manzoni, 52. Nel manifesto di presentazione dell’importante evento cittadino è precisato che non saranno gradite bandiere di partiti, ma solo il tricolore. Si tratta di una rivendicazione tutta italiana, in difesa della dignità della nostra Patria, messa in ginocchio dal governicchio tecnico.

In poco tempo, durante la giornata della Domenica delle Palme, attraverso facebook, con la creazione di un gruppo “Sostegno ai Marò, sotto al Consolato Indiano a Napoli”, si sono registrate centinaia e centinaia di adesioni di gruppi, movimenti pronti alla mobilitazione generale per tentare di sensibilizzare il Capo dello Stato, ed il Governo Monti, a riprenderci la credibilità che ci appartiene  in campo internazionale.

Sulla vicenda dei Marò sono emerse in maniera ineluttabili diverse criticità della diplomqazia italiana, che le rassicurazioni arrivate dal Ministro della Giustizia indiano, sulla non procedibilità ad una processo che veda prevista la pena di morte, non tranquillizza per nulla.

L’episodio è accaduto in acque internazionali, come ha riconosciuto l’Alta Corte Indiana, ed era competenza della magistratura italiana stabilire se si trattava di un incidente o un reato. Non della magistratura indiana. Non si è riuscito a comprendere come mai   il governo italiano non abbia chiesto su questa criticità l’intervento dell’Onu e dell’Unione Europea, visto che l’India violava elementari norme di diritto internazionale.

Inoltre, non sarebbe stato nemmeno rispettato il patto bilaterale, tra Italia ed India, il quale  stabilisce che le condanne devono essere scontate nei Paesi dei condannati, quindi, nel caso dei marò l’Italia. E dietro questa faccenda spunta in modo inqualificabile la vicenda degli affari relativi alla vendita degli elicotteri Agusta: i nostri marò al centro di un intrigo internazionale, dove l’Italia piega la testa senza batter ciglio, e l’India mostra i muscoli a garanzia di una giustizia onesta e valori di legalità da rispettare. E non ci rendiamo conto che subiamo l’arroganza di uno Stato che non riesce a fermare l’incedere degli stupri, uno ogni nove minuti. Anzi, accusa i turisti violentati di non aver adottato le dovute precauzioni di sicurezza. Non si può star fermi: mobilitiamoci.

il direttore  Gaetano Busiello

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