Sant’Anastasia (Na). -L’interno del Santuario al buio e tanti bambini disposti in fila, che con in mano una candela, hanno illuminato il tempietto per simulare e far rivivere il miracolo “delle Stelle” avvenuto nel lontano 1675. Si sono conclusi così i Grandi Lunedì della Madonna: un “lieto fine” inaspettato e toccante, nuovo eppure tanto intriso di storia e devozione popolare. Il Priore, padre Rosario Carlo Licciardello O.P., ha celebrato l’ultima liturgia delle 18.00, mentre quella mattutina è stata celebrata dal Vescovo di Nola, sua E.za Mons. Beniamino Depalma.
Lungo l’intero iter dei consolidati dodici appuntamenti liturgici, si sono alternati, come di consueto, momenti di riflessione pastorale e teologica, con le celebrazioni di Vescovi e Rettori dei Santuari Campani e di oltre regione. L’anno scorso l’ultima tappa del pellegrinaggio in Santuario fu accompagnata da preghiere e canti mariani, assumendo, difatti, una spiccata connotazione pastorale. Prima del celebre Lunedì dell’Angelo, però, la comunità si prepara al tradizionale triduo Pasquale: la liturgia del Giovedì Santo, quella del Venerdì, cui seguirà la tradizionale Via Crucis che stavolta sarà celebrata nel Chiostro del Convento e la liturgia della Veglia Pasquale di Sabato alle 22.00
Il Priore ha dichiarato, rifacendosi alla parole del nuovo Pontefice, Papa Francesco, che “sui tre movimenti della nostra vita “camminare, edificare, confessare”, il significato del pellegrinaggio al Santuario della Madonna dell’Arco in questo Anno della Fede è un camminare: l’uomo si mette in cammino, per uscire dall’abitudine della vita quotidiana e prendere le distanze dalle solite cose, per diventare libero e mettersi in relazione con Dio e la Vergine Maria; edificare: ai fratelli e alle sorelle che si incontreranno in questo luogo dobbiamo portare in dono l’esempio della nostra fede, speranza e carità, perché tutti insieme possiamo arricchirci nella mutua edificazione del Regno del Signore e della sua Chiesa; confessare: il pellegrinaggio deve contribuire a spronare il credente a “confessare la fede in pienezza e rinnovata convinzione, con fiducia e speranza”. Ci si reca in Santuario senza partecipare a funzioni, esibizioni e cose varie dimenticando che la Madonna ci aspetta. L’augurio per questa Pasqua è che i nostri cuori possano essere pronti ad accogliere la Luce del Risorto. Per riuscirci è necessario amarci. Se noi collaboriamo, ci amiamo e instauriamo rapporti sinceri, permettiamo alla luce di Cristo di entrare e unirci all’amore del Padre. Buon pellegrinaggio”.
Per Madonna dell’Arco, frazione di Sant’Anastasia, il lunedì in Albis è l’evento: migliaia di fedeli che hanno fatto il “voto per grazia ricevuta”, famosi come battenti o fujenti, di recarsi al Santuario a piedi, arrivano fin dalle prime ore dell’alba in gruppi noti come “paranze”. Ad assistere al loro tipico rito d’ingresso al Santuario, in ginocchio o strisciando vanno verso il tempietto eretto intorno all’effige della Madonna dell’Arco, altre migliaia di familiari, fedeli e turisti.
L’arrivo di tante migliaia di fujenti e di devoti, che giungono dai più svariati luoghi campani, con la folla che fa da contorno, ha fatto scattare la preventiva coordinazione del Priore con la Croce Rossa, i Carabinieri, la Polizia Municipale, la Protezione Civile, i frati domenicani ed i giovani della Parrocchia e tutto è stato predisposto ed organizzato per prevenire ogni problema di ordine pubblico e di incolumità fisica di devoti e presenti.
Redazione Cronaca