Sant’Anasrasia (Na). – “Tutto bene finora – dice il Priore, padre Rosario Carlo Licciardello O.P. – avremo maggiori dati sul numero dei battenti e dei pellegrini, che sono accorsi numerosi come al solito. Questo è un giorno in cui si manifesta molto di più lo spirito e la Fede che li anima e li spinge a portarsi verso l’altare della Madonna dell’Arco secondo il voto che ciascuno ha fatto”.
Le scene, infatti, accomunate dall’invocazione “chi è devot’ a Maronn ‘e ‘ll’Arc” non sono tutte uguali: c’è il fedele che prima di mettere piede dentro il Santuario si inginocchia e in ginocchio percorre la navata centrale fino al tempietto; c’è chi invece il voto lo manifesta strisciando pancia a terra; c’è chi arriva in Santuario con la famiglia, tutti vestiti di bianco, affidando al più piccolo un gagliardetto con l’immagine della Mamma dell’Arco; c’è chi cede alla stanchezza o alla commozione o alla forte tensione e crolla, subito assistito dalla Croce Rossa e Protezione Civile; c’è chi fuori dal Santuario compie con il vessillo della propria associazione di battenti danze e movimenti tradizionali, per poi rendere omaggio alla Madonna e lasciarsi andare al pianto e alla preghiera intensa. Scene di Fede e di speranza, di ringraziamento e di invocazioni, che spesso hanno alle spalle il dolore passato per grazia ricevuta e il dolore del momento presente. E scene di fedeli che accorrono ad assistere le lunghe fila di battenti che arrivano da ogni parte della Campania.
“Sono stato di buon mattino al Santuario e devo dire che il servizio d’ordine del battaglione dei Carabinieri è eccellente, come quello della nostra P.M. e quello del Santuario. La ricorrenza del Lunedì in Albis – dice il Sindaco, Carmine Esposito - è particolare e va colta in tutta la sua essenza. Cito in proposito quello che ha detto il nostro cittadino onorario Roberto De Simone, nel Coro, la sua cantata popolare, pubblicato a Pasqua su Il Mattino: “Maria dell’Arco, sfolgorio dell’anima, gonfalone del dolore dei poveri e della miseria dei ricchi, meta di petti affranti e piedi sanguinanti”. Vengono al Santuario forti della speranza e della certezza dell’intervento della Madonna e dei suoi miracoli, che sono testimoniati da secoli di storia e da vicende attuali. E’ un fenomeno, quello dei battenti, che certamente non è folklore. E’ la vita o la storia di vita di gente che ha vissuto, riprendo le parole di De Simone, “il batticuore di scansare la tempesta del mare, l’incidente sul lavoro precario” e si reca dalla Vergine. Come Amministrazione abbiamo fatto il possibile per rendere il Lunedì in Albis un evento vivibile a tutti, nel rispetto della tradizione e dei fedeli”.
Redazione Cronaca