Casoria (Na). - Nella seduta del consiglio Comunale di ieri, il Consiglio Comunale con un solo voto contrario ha approvato il registro delle unioni civili.
Articolato ma efficace il commento dell’Assessore Mariano Marino che unitamente all’Assessore Luisa Marro è stato fra i promotori del registro: “E’ stata una questione di diritto. La nostra costituzione si basa sul concetto di stato laico. L’impegno del Consiglio Comunale va esattamente in questo senso. La legge c’è già ed è del 1958 fatta dall’allora governo monocolore democristiano, poi ribadita successivamente nel Dpr del 1989 e definisce la famiglia anagrafica “come un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi”. Nell’Unione Europea continua Marino, la questione delle unioni civili è entrata spesso a far parte di direttive riguardanti uno dei principi cardine dell’UE: “tutti i cittadini dell’Unione hanno gli stessi diritti, indipendentemente dalla loro origine, nazionalità, condizione sociale, dal loro credo religioso o orientamento sessuale”. Nella Raccomandazione del 16 marzo 2000 sul rispetto dei diritti umani nell’Unione Europea, si chiede agli Stati membri di “garantire alle famiglie monoparentali, alle coppie non sposate e alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie e alle famiglie tradizionali, in particolare in materia di legislazione fiscale, regime patrimoniale e diritti sociali”. La rilevanza statistica delle unioni civili, e l’ampio dibattito sulla parità dei diritti, ha fatto sì che numerosi Paesi si siano dotati, negli ultimi anni, di una legislazione per riconoscere e garantire diritti per i componenti dell’Unione.
L’Italia da questo punto è ancora ferma a un vecchio pensiero. In questo senso, il Comune di Casoria ha inteso approvare il regolamento, non tanto come status sociale, ma come diritto vero all’accesso ad una serie di opportunità. Si parla di diritti, non c’entrano le appartenenze politiche, non si tratta di iniziative promosse solo da uno schieramento, in molti paesi e città Governi di destra o conservatori hanno adottato provvedimenti in tal senso. Con questo provvedimento non si vuole sminuire il ruolo della famiglia ma, anzi, concepirla nel suo senso più ampio. La società nella quale viviamo è in continua evoluzione e non possiamo ignorarne i cambiamenti. Riconoscere un diritto non vuol dire negarne altri. I registri sono impegni pubblici e stabili non meno che i matrimoni.”
Redazione Politica