Napoli. - È la storia di una donna forte e tenace come Bernardina Pisa a caratterizzare vigorosamente lo spettacolo Napoli, 1647. Rivoluzione d’amore, che sarà in scena da giovedì 11 aprile 2013 alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 14) al Teatro Elicantropo di Napoli.
Presentato dalla Compagnia Mutamenti e scritto da Marilena Lucente, la pièce riporta alla luce il patimento di una donna, secondo la quale non poteva esserci l’amore senza libertà e la libertà senza gli orizzonti immensi dell’amore.
La messa in scena dello spettacolo è affidata a Roberto Solofria e vede in scena Ilaria Delli Paoli a dare carne e voce a una Bernardina ventunenne, sradicata dal suo essere donna e moglie e catapultata nella vita rivoluzionaria, carceraria e di prostituzione. Vicende che segnano non poco e che fanno maturare il personaggio di volta in volta.
Ci sono personaggi – racconta l’autrice – che attraversano la nostra vita tracciandovi una strada. Non hai voglia di lasciarli andare, perché senti che ti porteranno lontano. A me, con Bernardina Pisa, è accaduto così. Questo monologo è nato da un insieme di curiosità e suggestioni, dallo studio di un’epoca complessa come il Seicento e dal dialogo quotidiano e sempre necessario con il passato”.
Giovane, volitiva, sfacciatamente bella, piena di passione e di amore per Masaniello, Bernardina è la protagonista, insieme al marito e ai napoletani, di un’indimenticabile rivoluzione. Invaghito della libertà, intollerante ad ogni forma di potere, lui era di tutti, lei era solo sua. Una sensazione questa che non l’ha mai lasciata, una sensazione intensa e terribile al tempo stesso.
La loro storia s’intreccia con quella della città, una città piena di storie come Napoli. Il loro istintivo slancio politico accese speranze e infiammò il popolo, ma generò anche equivoci e incomprensioni, che fecero di loro prima due eroi, poi due esseri umani travolti e feriti dagli eventi.
Napoli, 1647. Rivoluzione d’amore è un testo intimo e profondo, che scombussola, che fa star male, che fa vivere sensazioni mai piatte, e che lascia una scossa elettrica perpetua durante tutta la messa in scena.
Il personaggio di Bernardina è immerso in un buio soffocante, e, con la forza delle sue parole, del suo essere donna, della sua sofferenza e del suo coraggio, riesce a “vedere” e ad “essere vista”. Coinvolge lo spettatore nella sua penombra, vicino alla sua figura, “vivo”, in quadri cinematografici, inquadrature strette, a volte strettissime, per essere ancora di più “dentro” la storia”.
Redazione Spettacolo