Napoli. - Da giovedì 25 aprile 2013 alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 28), al Teatro Elicantropo di Napoli, Körper presenta Palco 11zero8 in Piel il.el spettacolo di teatro-danza interpretato da Gennaro Maione, che firma, anche, il concept e la coreografia.
L’allestimento di Piel il.el, realizzato in collaborazione con Collettivo Nada e ArtGarage, prende vita dopo la lettura del romanzo “Tarantola“ di Thierry Jonquet e la visione del film di Pedro Almodovar “La pelle che abito”, dove, in entrambi, la storia della protagonista Eve (inizialmente maschio) è molto cruda ed “efferata”.
La protagonista subisce un cambiamento del proprio sesso attraverso un intervento chirurgico senza precedenti, privo di un’adeguata terapia psicologica. Ma la vera libertà di Eve sta nel riconoscere la sua autenticità attraverso la sua vera identità.
Identificarsi nel proprio genere/ruolo è dato dagli schemi di una società quasi dittatoriale e autoritaria, quando la Persona autentica può arrivare al punto di estrema libertà e di eguali diritti. Una società, spesso, “chiusa“ di fronte all’autenticità che la stessa identità vuole dimostrare.
“E’ stato molto importante – spiega Gennaro Maione – affrontare anche il tema della diversità, non solo dell’identità di genere, ma anche attraverso lo studio sulla figura del Transabile, molto vicina anche etimologicamente alla parola e alla figura del Transessuale”.
Il Transabile si considera anch’egli in un corpo non attinente alla sua identità, come il transessuale, al punto da ritenersi appartenente allo stesso mondo. Sono normodotati che desiderano acquisire delle disabilità, in genere attraverso amputazioni o forme di paralisi e disabilità sensoriali.
“Ecco perché – sottolinea ancora Maione – mentre un Transessuale sarebbe un uomo intrappolato nel corpo di una donna o di un maschio, il Transabile sarebbe un disabile intrappolato nel corpo di un abile”.
Piel il.el è il percorso di una sola identità, in balìa di cambiamenti radicali e in contrasto con le altre identità. Il coreografo lo racconta attraverso il suo corpo, sognando la libertà e una visione del mondo scevra da schemi repressivi, stratificatisi nell’evoluzione dell’umanità.
E’ uno spettacolo dedicato alle donne, agli uomini, agli uomini che vogliono diventare donne, ai bigotti, alle persone autentiche, ai sogni e speranze di ogni individuo, alla libertà del proprio corpo.