Roma. - Martedì 7 maggio alle 19, al Cervantes di piazza Navona, 91 si tiene l’incontro-conferenza “Juan de Palafox. Vescovo e Viceré”. Intervengono il professor Ricardo Fernández Gracia dell’Università di Navarra, Sergio Rodríguez López-Ros direttore Instituto Cervantes di Roma e Padre Ildefonso Moriones. L’incontro, organizzato dal Cervantes in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, mette in risalto la figura di un pastore di grande attualità: la sua vicinanza ai poveri e ai diseredati, l’interesse e la difesa degli indigeni, la lotta alla corruzione, la carità e la sollecitudine per i sacerdoti. Gli storici ne ricordano l’integrità, l’energia, la preparazione intellettuale e la volontà, giungendo a definirlo uno degli uomini più brillanti del XVII secolo.
Juan de Palafox y Mendoza è stato un vescovo cattolico spagnolo che ha ricoperto anche incarichi politici nel Nuovo Mondo: è stato viceré della Nuova Spagna (Messico), dove lottò aspramente contro la corruzione del suo tempo. È stato beatificato il 5 giugno 2011 a El Burgo de Osma (Spagna), in una cerimonia di presieduta dal cardinal Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e rappresentante di Benedetto XVI.
Nato in Navarra, Palafox y Mendoza era il figlio naturale di Jaime de Palafox, ma fu adottato da una famiglia di mugnai che gli diedero il nome di Juan, allevandolo per i successivi dieci anni. In seguito il padre lo riconobbe e lo portò con sé per educarlo ad Alcalá e Salamanca. Nel 1626 fu delegato della nobiltà nella Cortes di Monzón e poco dopo procuratore presso il Consiglio di Guerra e delle Indie. Fu ordinato, divenendo cappellano di Maria d’Austria, sorella del re spagnolo Filippo IV di Spagna. Nel 1639, all’età di 39 anni, don Juan fu designato alla sede vescovile di Puebla de los Angeles in Messico e consacrato il 27 dicembre. Ebbe importanti responsabilità come viceré e visitatore apostolico. Fu un infaticabile protettore e difensore dei nativi americani e dei loro diritti, adoperandosi presso le autorità civili per eliminare abusi e sfruttamento. Nel 1649 tornò in Spagna richiamato da Filippo IV servendolo e nel Consiglio di Aragona fino al 1654, anno in cui fu destinato alla diocesi di Osma. Vi si recherà contro il parere di molti dei suoi e vi morirà l’1 ottobre 1659 in odore di santità. Nella cappella della cattedrale a lui destinata, che il re Carlos III ordinò di costruire appositamente, riposano le spoglie di uno dei prelati più insigni della Chiesa. Juan de Palafox fu anche un patrono delle arti: a lui si deve la costruzione della Cattedrale di Puebla e della Biblioteca Palafoxiana che rifornì di cinquemila libri di scienza e filosofia.