Napoli. - Dal C.S.I. Gaiola Onlus nasce la prima orchestra “marina” per Napoli. Dal suono delle onde del mare, e dal canto dei gabbiani, il musicista Francesco Capriello, con la stretta collaborazione di Paolo Batà Bianconcini, ha concepito l’idea di un ensemble rigorosamente acustico, l’Orchestra Acustica del Pausilypon.
Il progetto debutterà sabato 5 ottobre, nello spettacolo “Orichas”, a conclusione della V Edizione della rassegna “Pausilypon, Suggestioni all’imbrunire”, organizzata dal CSI Gaiola onlus d’intesa con la “Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli” e Pompei. Pianoforte, contrabbassi, sezione di ottoni, percussioni e coro, per sancire l’inizio di un percorso che, oltre ad essere performativo sarà anche didattico. 14 giovani elementi provenienti dal conservatorio di Napoli eseguiranno brani originali di Francesco Capriello e Paolo Batà Bianconcini, canti tradizionali della Santeria dedicati agli Orichas, semidivinità appartenenti originariamente alla mitologia del popolo Yoruba dell’Africa occidentale. Suoni che spaziano da ritmi afrocubani al jazz passando per il reggae rigorosamente in acustico senza nessun tipo di supporto elettrico.
Fin dalla sua nascita il CSI Gaiola onlus ha rivolto un’attenzione particolare al mondo giovanile elaborando specifici percorsi didattico formativi nel campo naturalistico ed archeologico attraverso i GaioLab (Bio Archeo e Natura), laboratori didattici sul campo per accompagnare per mano gli studenti alla riscoperta del proprio mare e della propria storia. Da quest’anno anche l’arte diventerà veicolo di educazione ambientale e culturale con la nascita dei GaioLab Arts, laboratori didattico creativi di musica e teatro. Sulla base del successo di “Pausilypon Suggestioni all’imbrunire” (sostenuta dal Main Sponsor “Cupiello”), e delle numerose richieste da parte del pubblico, si è fatta strada l’idea di proporre laboratori formativi permanenti di carattere artistico e in particolare teatrali e musicali con la direzione artistica rispettivamente di Stefano Scognamiglio e dello stesso Capriello.
Redazione Cultura