Sant’Anastasia(Na). – Sarà restituita alle famiglie in disagio l’intera prima rata della TARES. Il Sindaco e la Giunta hanno deliberato di stanziare i fondi necessari ad alleviare il carico fiscale del nuovo del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi indivisibili dei comuni. “Abbiamo studiato – dice Carmine Esposito – come e in che modo sostenere le famiglie, sopratutto quelle con più figli, per alleviare il peso esorbitante della TARES. Sicuramente daremo un contributo pari alla cifra della prima rata alle famiglie con un nucleo familiare di almeno 4(quattro) persone, un reddito basso ed una casa grande meno di 100 mq. Non nascondo le difficoltà di bilancio che abbiamo trovato per reperire i fondi necessari, ma ce l’abbiamo fatta”.
L’arrivo della TARES non si è scontrato, come sta accadendo in quasi tutta l’Italia, con l’IMU, in quanto l’amministrazione a suo tempo modulò l’imposta sulla prima casa in una misura percentuale del 3×1000 e molti cittadini ne furono agevolati, altri non hanno dovuto pagare. Una scelta politico-amministrativa a favore del cittadino, che il Sindaco ha replicato con la Tares, cercando nel corso di varie riunioni le più idonee misure di sostegno per i nuclei familiari numerosi e meno abbienti della cittadinanza non in grado di sostenere il nuovo tributo.
In pratica la TARES dovranno pagarla tutti, poi il contribuente del nucleo familiare numeroso potrà presentare istanza per la restituzione della prima rata al Servizio Politiche Sociali, allegando la dichiarazione del reddito complessivo 2012 (inferiore a 20.400 € annui), dell’assenza di diritti di proprietà e/o altri diritti reali e la ricevuta di versamento della prima rata del tributo TARES 2013 per la quale effettua richiesta del contributo.
“Come più volte ho detto pubblicamente il tributo TARES è pesante e diventa insopportabile in questo particolare momento di crisi e di disagio che vivono le famiglie. Per questo abbiamo studiato un modo immediato per alleviare già da subito il suo peso: rimborsare la prima rata. A chi? Alle famiglie che risentono maggiormente degli aumenti, quindi quelle composte da quattro o più componenti e vivono in case in affitto non superiori a 100mq. Abbiamo avuto – afferma l’assessore al bilancio Armando Di Perna – il buon senso di tarare l’intervento sui percettori di redditi inferiori a 20.400 € annui, una soglia statisticamente limite ad una condizione ‘di necessità’. E’ un intervento economicamente importante, stimato in 100.000€, che lo Stato non ha previsto e che quindi non ci viene finanziato. Ma noi vogliamo tutelare i più deboli.
Il Governo Monti, appena insediato nel dicembre 2011, presentò all’Europa il decreto ‘Salva Italia’, insieme di misure stringenti e di imposte, tra cui la nuova tassa sui rifiuti, la Tares. A due anni di distanza, paghiamo sulla nostra pelle il prezzo di una visione politica scellerata del governo ‘tecnico’ e, cosa ancor più grave, di quello politico di Letta.
Eppure la Tares si basa su un principio condivisibile e fin da troppo tempo atteso: tarare il tributo sulla reale produzione di rifiuti e quindi sulla composizione del nucleo familiare. Tutto il resto non è condivisibile, perché fuori tempo, inappropriato, ingiusto! Prima di tutto, i tempi: una nota del Ministero di metà ottobre ha imposto a tutti i comuni di incassare la prima rata Tares entro il 2013, nonostante i cittadini abbiano già pagato nello stesso anno la tassa relativa al 2012. Questa rata, tra l’altro, deve comprendere 30centesimi di € a mq che dovrebbero servire per i servizi offerti dai Comuni, ma che, paradossalmente, viene incassata dallo Stato.
Una grossa quota degli incassi, inoltre, serve a coprire i costi di smaltimento dell’indifferenziato, che è gestito da una società provinciale, la Sapna, che ha fatto lievitare esponenzialmente i costi in pochi anni, attuando perfettamente il principio di ‘inefficienza delle società a partecipazione pubblica’! E infine, è stata davvero scellerata la scelta di ‘caricare’ oltremodo il peso del tributo per alcune attività commerciali, in un momento storico di grave crisi soprattutto di liquidità per le piccole imprese. Noi, non siamo rimasti certo a guardare! Prima di tutto, abbiamo utilizzato i dati emersi dal condono per aumentare la platea dei contribuenti, ‘spalmando’ il tributo su 100.000mq in più! Abbiamo poi analizzato le maggiori criticità del nuovo tributo rispetto alla Tarsu, e abbiamo studiato un modo immediato per alleviare già da subito il suo peso, deliberando in Giunta il rimborso della prima rata alle famiglie in disagio. Lo sforzo che stiamo compiendo speriamo sia ripagato da una discreta liquidità nelle tasche dei nostri concittadini, in un periodo quale quello natalizio in cui si moltiplicano esigenze, spese e quindi difficoltà. L’amministrazione è vicina agli anastasiani; vogliamo difendere cittadini e territorio da una politica miope, ascoltare ogni esigenza, decidere e non rimanere meri esecutori”.