Volla. Il mondo delle associazioni per “Facciamo un Pacco alla camorra” | Martedì 10 dicembre

ida vincellino irisvolla

Volla (Na). – Il prossimo martedì 10 dicembre, alle ore 18.00,  presso la sala del Consiglio Comunale di Volla in via Aldo Moro 1 (sede del Municipio), l’associazione “IrisVolla” in collaborazione con le associazioni Libera antimafie, (R)esistenza anticamorra, NCO-nuovacooperazoneorganizzata, comitato don Peppe Diana e con il patrocinio morale del Comune di Volla, ha organizzato la presentazione dell’iniziativa “Facciamo un PACCO alla Camorra”.

L’iniziativaè volta alla presentazione dei generi alimentari componenti “il pacco”e provenienti dalle terre confiscate alle organizzazioni criminali e gestite da cooperative sociali composte da ragazzi e adulti che hanno deciso di abbandonare il circuito malavitoso o comunque di uscire dalla gabbia dell’omertà.

Porteranno i saluti dell’Amministrazione comunale il Sindaco di Volla, Angelo Guadagno e l’Assessore alla legalità Agostino Navarro. Saranno presenti: Ciro Corona, presidente dell’associazione (R)esistenza anticamorra; Antonio D’Amore, referente provinciale dell’associazione Libera antimafie; Pina Palumbo, referente alla legalità I.C.S. “San Giovanni Bosco” di Volla; don Aniello Manganiello, sacerdote impegnato nella lotta alla criminalità organizzata; don Victor MwemboIlunga, viceparroco della parrocchia “Immacolata e San Michele” di Volla; Bruno Vallefuoco, referente del coordinamento campano vittime innocenti di criminalità; Salvatore Manna, comandante della stazione Carabinieri di Volla; Giuseppe Formisano, comandante della Polizia municipale di Volla.Dichiara Milena D’Aniello, referente alla legalità dell’associazione “IrisVolla”:«Dal terreno di Chiaiano sequestrato ai camorristi mafiosi del clan Nuvoletta e salvato dai pesticidi tossici, al ristorante che dà lavoro a persone con disturbi psichici, fino alla Onlus che aiuta i bambini autistici. Tutte queste realtà hanno preso possesso dei beni confiscati alla criminalità organizzata di Napoli e Caserta, trasformando quei luoghi di morte in campi di lavoro dove gli esclusi possono trovare una possibilità e – conclude – dove una terra martoriata può sperare nel riscatto».

Redazione Cronaca

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