Napoli. Spettacolo: il mito rivive al Borgo Marinari | Venerdì 13 dicembre

margherita romeo

Napoli. – Venerdì 13 dicembre alle 20.30, al Club nautico della vela nel borgo Marinari, va in scena “OPS! One Parents Show” di Alessandro Errico. Gli attori – diretti da Ettore Nigro e dall’autore – prendono parte a un gruppo di auto aiuto che affronta le problematiche della genitorialità al singolare. I genitori singolari cominciano a raccontare le proprie storie e attraverso un percorso strutturato con la metodologia dei passi ricordi e pensieri dei partecipanti prendono vita. Le storie raccontate sono la rielaborazione delle tragedie greche: Medea, Orestea ed Edipo re. Dunque, ascrivere lo spettacolo a un unico genere teatrale risulta difficile: la rappresentazione riproduce, seppur a suo modo, il senso tragico di questi classici senza esaurirsi in esso; così come l’ironia non fa della comicità l’unica cifra stilistica. E, in un continuum con lo spettacolo, ci si delizia, affacciati sul mare, con prelibatezze mediterranee. Prenotazioni al 333 1198973, 347 1349952. Info www.tuttoilteatro.it

Note di regia

Cosa ci spinge a continuare a sbirciare tra i classici? Perché restiamo indifferenti dinnanzi ad avvenimenti che dovrebbero invece travolgerci? Quando una storia può definirsi tragedia? In una riunione di auto aiuto, in un cerchio di sedie, tre persone si ritrovano a condividere le proprie storie. Li accomuna l’incapacità di avvertire il senso tragico e l’essere inciampati nelle classiche tragedie per disattenzione, desiderio o sbadataggine. Gli spettatori, seduti nel medesimo spazio, ognuno protagonista della propria vicenda, ascoltano le altrui storie aspettando il proprio turno. Anche io sono caduto in una tragedia e non me ne sono accorto? Ettore Nigro

Dicono di OPS!…
«All’insegna della commistione, della contaminazione e del sincretismo nasce OPS! One Parent Show, creazione originale di Alessandro Errico, acutamente diretta da Ettore Nigro e Alessandro Errico che, simulando le dinamiche relazionali di un gruppo di auto aiuto, proietta gli spettatori in una dimensione inedita per la scena, a metà strada tra un’esperienza meta-teatralmente post-moderna e una variazione raffinatamente consapevole di teatroterapia collettiva». Claudio Finelli per Teatro.org

«Un’intelligente rilettura dei classici greci in cui il senso della tragedia e della comicità si alternano e si mescolano  in un sapiente mix capace di regalare momenti di intensa emozione e di ilare divertimento». Alessandra Staiano per Metropolis Web

«Alla fine le tragedie, diventate arme di irriverente ed intelligente umorismo, si mescolano generando scenari atipici. Uno spettacolo divertente ed inaspettato, che stupisce per l’alternanza di momenti di vero humour con altrettanti momenti di profonda emozione».
Francesca Bianco per Teatrionline

«[…] chi allestisce, cura, recita, o a qualsiasi titolo partecipa ad OPS! One Parent Show lo fa interpretando la propria partecipazione come un divertissement. E chi vi assiste se ne accorge, lo percepisce e ne resta segnato in positivo portandosi dietro una traccia sul viso sotto forma di bonario sorriso. Sorriso che nasce dalla nobiltà dell’intento perseguito: assumere qualche classico greco come punto di partenza e su innervarvi drammaturgia d’ordito originale che, riproponendo la mitopoiesi propria dei tragici greci – Euripide, Eschilo, Sofocle – ne germina con creazione sui generis in cui la tragedia si ammanta di grottesco, s’intride di comico e ciononostante non rinuncia mai del tutto al senso del tragico.» Michele Di Donato per Il Pickwick

«Cos’è? Un Superlapsus in storie piene di lapsus, un “ops!”, uno slittamento continuo dal piano del mito a quello del reale con tratti che vanno dal plebeo al caricaturale al fumetto al nonsense.  L’azione parte con un gruppo di autocoscienza che coinvolge il pubblico, chiamato con un criterio di gioco, a raccontarsi. Dietro le storie di ordinaria follia si nascondono i grandi miti. Medea, Edipo, Oreste ma è chiaro che sono i grandi miti a essere proiezione di piccoli  quotidiani i cui “attori senza parte” sono “personae” del popolo, il vicino di casa, l’analfabeta e il dottore, ciascuno ignaro di aver compiuto (subìto) lo stesso destino degli eroi tragici. Ad Aristofane la cosa sarebbe piaciuta.»
Mimmo Grasso per Saperincampania.it
Redazione Spettacolo

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