Napoli – Mariacarla Rubinacci inaugura il suo 2014 con una nuova presentazione del romanzo “Chi ha raccolto le conchiglie, edito da LCE edizioni. L’appuntamento è per domenica 19 gennaio, alle ore 17.30, presso l’Associazione Culturale Megaris in Vico Strettole delle Fiorentine a Chiaia, 14.
A moderare l’incontro, cui parteciperanno oltre all’autrice, G. M. Guaccio e Maurizio Sibilio, Maurizio Vitiello.
L’incontro è organizzato dalla scrittrice e giornalista Monica Florio. Al centro della storia narrata l’amore, che è sempre lo stesso, per intensità e desiderio, quale che sia il corpo in cui l’amato o l’amata si incarnano.
Qui si tratta dell’amore delicato ma al contempo appassionato, curioso e vorace, tra due donne, Sandra e Mara, prima amiche e poi amanti.
L’amore nasce in una cabina al mare, a Varazze, tra il sapore del sale e il calore del sole sulla pelle. Un amore attraverso il quale conoscere il mondo attraverso il tatto e gli odori e riconoscersi. Un amore delicato tra due donne, che Sandra decide però di tenere nascosto perché proibito.
Un amore vissuto in una prima fase all’insegna del conflitto, proprio perché negato, nascosto agli occhi del mondo e, attraverso questa negazione, quest’occultamento forzato, vilipeso. Un amore “sconsacrato” perché socialmente inaccettabile dalla mentalità borghese e lontano da quanto prescrive l’asse normativo di riferimento.
Quindi a quell’amore Sandra decide di dire basta.
Ma il suo desiderio e la sua curiosità non si acquietano e continuano ad alimentarsi attraverso le carezze lievi e le mani esploratrici che scivolano sotto la gonna delle compagne di banco ed attraverso i tanti incontri occasionali con corpi di sconosciute che sembrano diventare familiari solo per pochi attimi. Sandra, però, al contrario di Mara che sceglie di vivere alla luce del sole la sua omosessualità, in piena libertà, la vive tra curiosità e vergogna.
Sandra sceglie la strada dell’acquiescenza sociale, sacrifica senza remore la sua felicità ad un’educazione rigida e bigotta, come sottolinea l’autrice, e così segue quelle che possono essere definite fasi standard: un matrimonio ed una figlia, Martina.
Però non si può vivere per sempre nella finzione, nel “non amore” e così alla fine Sandra decide di rivelare al mondo la verità partendo da una parte nevralgica di quello che è il suo mondo: la figlia Martina. Attraverso la confessione dolorosa, amare ed intensamente vera della propria omosessualità e dei conflitti vissuti, Sandra impara ad accettarsi e ad affrancarsi dal giudizio altrui ed avere il coraggio di vivere liberamente la propria vita assumendosene la responsabilità.
E’ a questo punto che nella vita di Sandra ricompare Mara. E’ quando lei non si percepisce più come vittima bensì come protagonista consapevole delle proprie scelte. Il loro rapporto, nonostante la lontananza non si è mai interrotto e le conchiglie che hanno permesso loro di tessere un dialogo silenzioso e tenace, ne sono il simbolo. “Le conchiglie – spiega la Rubinacci – sono state testimoni dell’irrompere dell’amore lesbico fra Sandra e Mara, rimanendo sullo sfondo della storia e divenendo l’occasione che consentirà il loro riavvicinamento. Esse rappresentano le parole che le due donne non si sono mai dette, una sorta di codice silenzioso intercorso tra loro: solo quando una mano si deciderà a raccoglierle, la ferita che ha lacerato l’animo di Sandra potrà finalmente rimarginarsi”.