Elezioni ai Consigli di Dipartimento della Federico II : la Facoltà di Farmacia, vede spuntare un giovane stabiese.

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Napoli. – L’1 e 2 Aprile, si sono svolte le elezioni per i vari consigli di Facoltà dell’Università di Napoli Federico II. Un appuntamento consueto che sembra non lambire gli interessi dei cittadini, ma che sono di una pregnanza assolutamente sottovalutata, data la preminente, e troppe volte trascurata, funzione veicolante dell’Università, che dovrebbe almeno in teoria, fare da spola tra società e il mondo del lavoro.
Troppe volte la convinzione che la vittoria non sia complice del merito, è rinforzata dall’incessante flusso di notizie che testimoniano l’avanzata di incapaci a discapito di ragazzi competenti. Ma mai come questa volta, sembra prevalere il senso della meritocrazia. Si tratta in particolare di un giovane di Castellammare di Stabia, Gennaro Ravallese, già da tempo impegnato con varie associazioni, tra cui quella nazionale “Associazione italiana studenti di farmacia”, e quella locale “l’aria che tira”, capillarmente presente sul territorio in vista della risoluzione che attanaglia molti studenti dal punto di vista burocratico, ma anche dal punto di vista professionale, prospettando iniziative per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Non è del resto il primo stabiese che siede tra i banchi di un Consiglio di Facoltà, ma nel caso di specie, arriva persino il plauso dal gruppo di Fratelli d’Italia giovani, in particolare dal coordinatore Ernesto Sica, di cui è anche egli un consigliere degli Studenti di Ateneo e vice-Presidente del Cds presso la Parthenope, quasi a voler suggellare, al di là del colore politico, l’impegno profuso dei giovani che credono nelle lotte in cui impiegano le loro energie.
L’Università presenta oggigiorno tante lacune. Lacune dilatate da confusionarie riforme che vengono dall’alto, e sfiducia dei giovani dal basso, che anno dopo anno tentano di investire altrove. L’unico sostegno su cui la speranza può fondare la propria ragionevolezza, è un Consiglio composto prettamente da giovani, che con la freschezza delle idee e il travaglio condiviso con le migliaia di matricole, possono ben amministrare e creare un’organigramma che sia flessibile alla creatività e alle esigenze di chi studia, senza immobilizzarsi in una cieca e grigia burocrazia, che a rigore dei tempi e delle regole, non rende giustizia ai risultati.
a cura di Ernesto Manfredonia

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