Cercola (Na). - “Tutto nella norma, abbiamo spinto per far passare la proposta di SEL, Forza Italia e PD , ossia inserire all’art. 10 dello Statuto Consortile che i 3/5 dei consiglieri di amministrazione siano assegnati a Cercola, come lo stesso Presidente del CDA deve essere scelto da Cercola. E’ passato tale emendamento alla proposta dell’Assemblea dei Sindaci in quanto desideravo raggiungere l’unanimità tra i gruppi consiliari, caratteristica che ha animato le diverse modifiche statutarie che si sono succedute negli anni. Andando nella sostanza della questione , oggi il Comune dei Cercola può nominare 3 componenti del CDA, quindi, ove ci siano cambiamenti nel numero degli abitanti nei comuni consorziati, in seguito, modificheremo lo Statuto Consortile”, ecco la scioccante presa di posizione di Vincenzo Barone. Il presidente Barone, al pari dei tre avvocati che governano la città – il sindaco Fiengo, il vicesindaco Luigi Di Dato e l’assessore Riccardo Meandro – non si sono resi conto che questa violazione palese della Convenzione tra i comuni consorziati determina altra confusione nell’impianto generale dello Statuto Consortile, infatti l’art.6 dello Statuto in questione recita quanto segue: “Assemblea Consortile…. comma 3, ciascun comune associato aderisce al consorzio con responsabilità pari alla quota di partecipazione fissata dalla convenzione e conseguentemente in misura proporzionale esercita il voto in assemblea, in relazione alla popolazione legale residente.” Quindi, L’art.10 , come disposto dall’emendamento bidone di Salvatore Grillo (PD), va in contrasto con l’art.6 succitato. L’art.10 impone i 3/5 del CDA da assegnare al comune di Cercola, mentre l’art.6 rimanda al metodo fissato nell’art.5 della Convenzione ( 1 quota societaria per ogni 5.000 abitanti ) Un vero pasticcio normativo, che necessita urgente modifica.
Le dichiarazioni di Vincenzo Barone, rilasciate al nostro giornale ieri mattina nelle stanze del palazzo comunale, fanno intendere la politicizzazione della seconda carica istituzionale comunale che va a scontrarsi con il ruolo tipico presidenziale, quello di essere un organo superpartes e che deve tener conto dell’applicazione della legge. La ricerca di Barone nel raggiungere l’unanimità politica ha fatto perdere di vista incredibilmente il respetto della clausole della Convenzione dei Tre comuni e tutto l’impianto dello Statuto Consortile.
La violazione della Convenzione, stipulata tra i comuni (Cercola, San Sebastiano al Vesuvio e Massa di Somma) il 3 aprile 1994 sta creando un precedente disastroso sul fronte della credibilità delle istituzioni pubbliche. La Convenzione è l’atto fondante del Consorzio Intercomunale dei Servizi Cimiteriale ed ha fissato anche le clausole che i consigli comunali nella stesura dello Statuto Consortile e modifiche devono rispettare.
Ribadiamo , ai nostri lettori, quanto pubblicato in un articolo precedente. La Convenzione tra i comuni resta la la pietra angolare normativa sulla quale si poggia tutta la storia di questo ente partecipato ed all’art. 5 dispone quanto segue: “Ciascun comune partecipa al consorzio secondo le quote fissate fissate in rapporto di una quota ogni 5.000 abitanti, secondo la popolazione residente all’ultimo censimento.” Quindi, questo metodo, poi accorpato all’art. 6 dello statuto consortile, resta immodificabile. Infatti, l’art.6 dello Statuto in questione recita quanto segue: “Assemblea Consortile…. comma 3, ciascun comune associato aderisce al consorzio con responsabilità pari alla quota di partecipazione fissata dalla convenzione e conseguentemente in misura proporzionale esercita il voto in assemblea, in relazione alla popolazione legale residente.” Tenendo presente anche che da Statuto – art.6 – l’assemblea consortile nomina il CDA , l’emendamento Grillo non solo fa emergere l’inconsistenza tecnica della proposta del PD Cercola e del suo rappresentante consiliare, ma palese una volontà ( consapevole o no?) di violare contemporaneamente le disposizioni contenute nella Convenzione e nello Statuto Consortile.
Come non trova appigli normativi la forzatura – proposta sempre da Grillo (PD) – di imporre al Consorzio che il Presidente sia scelto dal Comune di Cercola. La prassi consolidata , in tema di individuazione di Presidente negli enti consortili, spinge per l’elezione in seno a questo ente. Gli enti pubblici nominano i Consiglieri di Amministrazione, i quali in piena autonomia si votano il Presidente.
il direttore Gaetano Busiello
PUBBLICAZIONE STRALCI DEI RIFERIMENTI NORMATIVI “VIOLATI” DALL’EMENDAMENTO – BIDONE DEL GRILLO (PD), VOTATO ALL’UNANIMITA’ NELLO SCORSO CONSIGLIO COMUNALE:
1. Violazione. La Convenzione in premessa recita quanto segue: “
2. Ecco la convenzione
2. Art. 5 della Convenzione che fissa il metodo con il quale si conquistano le quote societarie:
3. Art. 6 dello Statuto Consortile: richiamo alla quota di partecipazione fissata in convenzione:
4. Art.10 dello Statuto Consortile prima della modifica