Cercola (Na). – Continua il viaggio de Il Secolo Nuovo nel mondo opaco del mercato della pubblicità sul territorio: adesso sotto la lente d’ingrandimento arriva il meccanismo istituzionale che determina la presenza di circa 45 tabelle pubblicitarie sui muri perimetrali del PalaPlatani, il palazzetto dello sport che insiste in viale dei Platani, la strada principale del quartiere residenziale Lottizzazione Carafa.
La gestione dell’impianto in questione è esercitata direttamente dal Comune di Cercola. “… gli utilizzatori possono effettuare pubblicità visiva solo all’interno delle strutture nelle ore agli stessi assegnate con materiali conformi alle leggi vigenti… …. Ogni attività deve munirsi delle autorizzazioni previste dalle normative vigenti… ” Ecco quanto dispone al comma 2 e 3 dell’art.9 ( Attività Collaterali) del Regolamento Strutture Sportive Comunali approvato con deliberazione di consiglio comunale n. 50 del 10 novembre 2009, regolarmente pubblicato all’albo pretorio on line del sito ufficiale del Comune di Cercola.
Ad utilizzare l’impianto quotidianamente nel pomeriggio , per allenamenti e gare di campionato, sono l’Ap Cercola ( Squadra di basket, il cui presidente è Paolo Ottaiano, dipendente dell’Ufficio Tecnico Comunale di Cercola); la Vesuvius Project ( squadra di basket , il cui presidente è Salvatore D’Avino, con il vicepresidente Luca Officioso – cognato di Paolo Ottaiano – e con il dirigente accompagnatore Giuseppe De Rosa, attuale funzionario/ responsabile sport del Comune di Cercola); Il Sorriso Azzurro Cercola ( squadra di baslet femminile che vede presidente Mena Fusco) e Insieme per Cercola ( squadra di pallavolo femminile, il cui presidente è Paola Tammaro). Quindi, la quasi totalità delle ore, escluse quelle mattutine e per qualche evento previsto dal comune, la permanenza nella struttura è concentrata per queste compagini sportive. Il regolamento parla chiaro: le squadre possono effettuare pubblicità soltanto nelle ore di utilizzo alle stesse assegnate, quindi, non si spiega perché i circa 45 pannelli pubblicitari permangono senza soluzioni di continuità nella struttura. Non vengono mai cambiati ad ogni passaggio orario, ossia ad ogni ingresso di diversa squadra facente capo alla relativa associazione. C’è un accordo, promosso ed approvato dal Comune di Cercola, dal quale emerge il metodo di divisione dei proventi del mercato florido della pubblicità interno alla struttura? Esiste un’autorizzazione del comune di Cercola - come da comma 3 dell’art. 9 del regolamento comunale succitato – che consente l’espletamento congiunto di questo servizio comunale, ad ora concesso, previa la stessa autorizzazione, alle associazioni utilizzatrici dell’impianto? Noi de “Il Secolo Nuovo” abbiamo girato gli uffici comunali competenti per cercare uno straccio di atto ufficiale a riguardo, ma nulla in merito emerge. Ci è sembrato di rimpiombare nel grigio labirinto di “omissioni e coperture” riconducibili ai megatabelloni abusivi presenti lungo le strade della città.
Un’altra curiosità fortissima, comunque da verificare agli uffici competenti è questa: le associazioni, o l’associazione sportiva, che sta espletando il servizio pubblicità, inoltre, sta versando al comune di Cercola la relativa quota dell’imposta sulla pubblicità? Ad occhio le 45 tabelle installate sui muri perimetrali del PalaPlatani raggiungerebbero una novantina di metri quadrati di esposizione pubblicitaria complessiva, che moltiplicando per la tariffa comunale di 48.30€ a mq : si ricava un debito annuale di quasi 4.000€ verso il comune di Cercola. Considerando gli 11.000€ – come da bilancio comunale – incassati dal comune di Cercola per l’imposta sulla pubblicità globale nel 2015 si nutrono dei dubbi se questa quota sia stata effettivamente versata dagli occasionali concessionari della pubblicità del PalaPlatani, visto che questi 11.000 sarebbero il cumulo del gettito che arriva dal pagamento dell’imposta dei titolari 40 megatabelloni, dalle affissioni dirette dei manifesti 70/100 sui tabelloni comunali, dalle insegne degli esercizi commerciali di tutto il territorio comunale e da altre attività varie. Si teme il peggio. Se il concessionario occasionale, o i concessionari occasionali, entro il 31 dicembre di ogni anno non hanno versato al comune la relativa quota d’imposta pubblicitaria il servizio dovrà essere revocato.
Il Secolo Nuovo sarà nei prossimi giorni impegnato a verificare l’effettivo stato dell’arte di quest’altro opaco mercato pubblicitario comunale.
il direttore Gaetano Busiello