Cercola (Na). - Trema il Palazzo di Città. Ieri mattina sono arrivate sul tavolo del Segretario Generale del Comune di Cercola e su quello del Prefetto di Napoli due richieste per l’avvio del procedimento di decadenza di ben 14 consiglieri comunali su 17, ai sensi dell’art.27 dello Statuto Comunale. Le richieste ufficiali sono state presentate da due ex candidati sindaco al Comune di Cercola in qualità di elettori del Comune: ossia Gaetano Busiello, storico esponente della Destra locale, nonché direttore de Il Secolo Nuovo, e da Angelo Visone, attivista del Movimento Cinque Stelle.
La criticità registrata dai due elettori di Cercola è relativa alla violazione dell’art.27 dello Statuto Comunale, a seguito del riscontro di una serie di assenze consecutive in prima convocazione del consiglio comunale effettuate da 14 consiglieri comunali: parliamo di Vincenzo Fiengo sindaco e consigliere comunale; gli alti sono otto della maggioranza ( Francesco Savino, Immacolata Simonetti e Teresa Iorio del Centro Democratico; Salvatore Carrotta e Antonietta Grieco del Partito Socialista; Carla Giacinto e Filomena Mollo del Movimento Democratico; Diego Maione UDC e Ciro Borriello di SEL; Aniello e Vincenzo Esposito (Forza Italia); Salvatore Calvanese (Progetto Cercola).
Tre sono i consigli comunali in prima convocazione posti sotto l’attenzione di Busiello e Visone: del 6 giugno 2016, del 26 luglio 2016 e del 18 ottobre 2016. Proprio in queste sedute sono mancati tra gli intervenuti, come emerge dai verbali estesi dal segretario generale, ben 14 consiglieri su 17, compreso il sindaco Fiengo. Assenza coniugata con la mancata esibizione di giustifiche determina una possibilità concreta della decadenza di questi 14 amministratori comunali, tra i quali il sindaco Fiengo: figura istituzionale non surrogabile e , quindi, porterebbe dritto allo scioglimento anticipato del consiglio comunale di Cercola. La Carta Costituzionale del Comune di Cercola, ossia il proprio Statuto, all’art.27 dispone testualmente quanto segue: “ DOVERI DEL CONSIGLIERE. Comma 1) I consiglieri comunali hanno il dovere di intervenire alle sedute del Consiglio e di partecipare ai lavori delle Commissioni Consiliari. Comma 2) Al consigliere che non interviene a tre sedute consecutive di prima convocazione del Consiglio, il Presidente notifica l’avviso di avvio del procedimento di decadenza, convocandolo entro dieci giorni dall’ultima assenza. Entro dieci giorni dalla notificazione , il Presidente acquisisce e verbalizza le giustificazioni rese dal consigliere comunale. Nella seduta consiliare immediatamente seguente, il Consiglio Comunale nomina una commissione presieduta dal presidente del consiglio comunale e formata da due consiglieri di maggioranza e da due consiglieri di minoranza che dovrà riunirsi entro dieci giorni per esaminare la relazione di cui al comma precedente, convocando anche in sedute successive il consigliere per raccogliere tutti gli elementi e la documentazione utile e necessaria al fine di formulare per iscritto una decisione definitiva entro trenta giorni. Tale decisione viene notificata al consigliere interessato, nonché all’intero consiglio comunale e successivamente proposta al consiglio comunale per la relativa adozione , quest’ultimo potrà decidere anche in modo difforme dalla proposta, previa apposita motivazione. Il Consiglio Comunale procede alla surroga dei consiglieri comunali decaduti con separate deliberazioni seguendo l’ordine di adozione dei relativi provvedimenti di decadenza. La procedura per la richiesta di decadenza , per i motivi di cui al comma 1, può essere avviata da qualsiasi consigliere comunale o elettore del Comune.”
L’ultimo consiglio comunale, tenuto ieri sera, ha evidenziato la mancanza del senso istituzionale degli esponenti della maggioranza, in particolare del sindaco Vincenzo Fiengo, e dei rappresentanti delle opposizione Salvatore Grillo (PD) e Giorgio Esposito. Fiengo ha ribadito che la scelta di non arrivare in prima convocazione alle sedute è semplicemente politica, riportando gli esempi di Napoli e del passato cercolese, sorvolando clamorosamente sul fatto che la presenza sua e dei consiglieri comunali, in particolare in prima convocazione, è un obbligo fissato dallo statuto che del suo mancato rispetto per tre assenze consecutive in prima convocazione determinerebbe anche la decadenza. Mentre Giorgio Esposito e Salvatore Grillo ergendosi a paladini istituzionali si son dimenticati, anche loro clamorosamente, che proprio tra i propri banchi sono seduti Giovanni Paudice ( PD), Vincenzo ed Aniello Esposito – fratello di Giorgio – (Forza Italia) assenteisti seriali: nessuno di loro – ossia Grillo ed Esposito – avendo anche l’obbligo sancito dall’art.27 dello statuto comunale ha mai chiesto l’avvio del procedimento di decadenza. Le responsabilità più evidenti cadrebbero, comunque, sul Presidente del Consiglio Comunale Vincenzo Barone il quale ha “evitato” (?) di avviare il procedimento di decadenza per i 14 consiglieri comunali venendo meno, probabilmente, ai suoi doveri istituzionali, ma facendo valere il suo essere parte integrante della coalizione di Governo Comunale che sostiene il sindaco Fiengo. La palla passa alla Prefettura nell’impossibilità di costituire una commissione ad hoc in consiglio, visto che tutta la maggioranza è sotto procedura di decadenza.
Nel frattempo Gaetano Busiello e Angelo Visone starebbero per battere tutte le strade istituzionali affinchè si ponga fine a quest’altro clamoroso ed efferato colpo alla credibilità delle istituzioni cercolese. Non sono esclusi esposti alla Procura della Repubblica ed interrogazioni parlamentari. All’orizzonte si preannunciano settimane di fuoco sul fronte politico locale.
Redazione Politica