Cercola (Na). – Lo scorso 24 marzo 2017 si è esaurito il mandato triennale dei componenti della Commissione Locale per il Paesaggio: parliamo di uno dei fondamentali organi tecnico – consultivi dell’amministrazione comunale che esprime pareri vincolanti per ogni pratica edilizia presentata dai cittadini al Comune di Cercola. Ad oggi non è stato previsto nessun avviso pubblico per la selezione dei 5 tecnici da assegnare alla Commissione per il Paesaggio, ovviamente la convocazione del Consiglio Comunale per la nomina, condizionata dall’effettivo espletamento della selezione pubblica, resta una chimera: i cinque discussi commissari, tra i quali la moglie dell’assessore di sinistra ( o sinistro?) Ciro Manferlotti ed il cugino dell’assessore ai lavori pubblici ed urbanistica Riccardo Meandro “festeggiano” sul cadavere dell’etica pubblica godendosi un’ irrituale ed inquietante proroga, mentre, per eventuali altre violazioni di legge, siamo fiduciosi di un intervento delle autorità di controllo del territorio.
Naturalmente, il Presidente del Consiglio Comunale Vincenzo Barone ed il sindaco Vincenzo Fiengo, con la compiacenza dei consiglieri comunali e dell’Ufficio Tecnico Comunale, si son dimenticati di mettere in agenda l’obbligatorio rinnovo di questa commissione: la prossima approvazione del Piano Urbanistico Comunale annunciata dal sindaco Fiengo ingolosisce i parenti/tecnici di Giunta Municipale, i quali tra il tempo che si passa insieme per il pisolino sul divano e la zuppa di latte in cucina, si suggeriranno sul come paralizzare, ancora una volta, lo sviluppo urbanistico sociale e produttivo della città di Cercola, mettendo al centro del dibattito le “questioni domestiche”?
In assenza di un regolamento di funzionamento della Commissione Locale per il Paesaggio dove dovrebbero essere disciplinate e sanzionate le posizioni critiche dei commissari per i conflitti d’interessi, per i legami familiari con i governanti del comune e per gli interessi in liti giudiziarie contro il comune di Cercola , questi ultimi restano gli aspetti che imbarazzano, in un’ottica di imparzialità, l’effettivo agire amministrativo della Commissione Locale per il Paesaggio. Passiamo, invece, in rassegna i cinque tecnici nominati dal Consiglio Comunale lo scorso 24 marzo 2014: il primo è l’architetto Concetta Marrazzo, eletta in consiglio comunale con i due voti del PD espressi da Salvatore Grillo – quest’ultimo espose anche la dichiarazione di voto in aula – e da Giovanni Paudice, che votando insieme al sindaco Fiengo e ad un consigliere del Centro Democratico chiarirono in modo inequivocabile anche il tipo di opposizione del partito di Renzi andava ad espletare: infatti, il silenzio di questi democratici sulle questioni edilizie, in particolare sui discussi megafabbricati in costruzione in via Europa, la strada che porta da Cercola all’ingresso del Parco Nazionale del Vesuvio, resta molto forte. Da quasi un anno Concetta Marrazzo si trova in Giunta Municipale anche il marito, l’assessore Ciro Manferlotti, nominato dal sindaco Fiengo, dopo aver sbattuto fuori dall’esecutivo l’ex assessore Maddaloni, laborioso amministratore con un’unica colpa: essere strumento nelle mani di Picardi, il vero assessore ombra, che prima si becca i voti per far scattare il seggio in consiglio per il fido Ciro Borriello, e poi, ti scarica per rispolverare l’argenteria di famiglia, stavolta Manferlotti, fedele espressione dello sparuto gruppo di ex rifondaroli. Legame parentale che avrebbe sortito i suoi effetti negativi in tema di incompatibilità per qualsiasi regolamento di funzionamento approvato in Italia, compreso quelli del CentroAfrica e del Nicaragua, a Cercola, invece, i due architetti coniugi potranno, in proroga si intende, anche giocarsi la carta di presentarsi ed approvarsi le osservazioni al Puc, tra un’innaffiata alle piante in giardino e il controllo delle bottiglie di vino in cantina. Concetta Marrazzo, inoltre, è tutt’ora la progettista di due ecomostri/palazzoni in costruzione, i cui lavori son fermi da tanti anni, sottoposti anche a diverse vicende giudiziarie amministrative, che, comunque, non promuovono una bella immagine del paesaggio di Cercola: parliamo del Palazzone di via Don Minzoni ed un altro posto al centro della Lottizzazione Carafa. Il secondo nome in Commissione per il Paesaggio è quello di Luigi Giacinto: cugino dell’assessore ai Lavori Pubblici ed Urbanistica Riccardo Meandro. Giacinto è stato eletto con i voti di Forza Italia: davvero interessante che il cugino di Meandro becca i voti consiliari del principale partito di opposizione, e poi, si va cercando un pò di bagarre in consiglio comunale o nei dibattiti cittadini? Il terzo nome è quello dell’onnipresente Antonio Silvano, anche lui architetto, riferimento tecnico/urbanistico del sindaco Fiengo. Insieme all’architetto Mario Nolo, quarto nome indicato dal gruppo di Barone e Diego Maione, Antonio Silvano , in tutta tranquillità, beccandosi l’immunità garantita dall’assenza di previsione di eventuali incompatibilità e conflitti d’interessi, garantita dalla parte politica di governo, attraverso la mancata presentazione di un regolamento di funzionamento della Commissione Locale per il paesaggio, ovvero assicurata dai parenti eccellenti, possono tranquillamente continuare a gustarsi incarichi tecnici – anche superiori ai diecimila euro – affidati dal capo della stessa Commissione per il Paesaggio, ossia il capo dell’Utc. Ed inoltre, sempre Nolo e Silvano sono in sella in questa Commissione da più di due volte, fatto che se fosse stato regolamentato non avrebbe visto la presenza di questi due tecnici a valutare la conformità paesaggistica di tutte le pratiche edilizie dei cercolesi. L’ultimo nome è quello di Federico Conte, agronomo con un curriculum di spessore, voci non accompagnate, però, da verifiche concrete, lo avrebbero associato, in parentela ovviamente, con un dipendente dell’UTC.
A Cercola la Commissione per il Paesaggio, uno dei fondamentali organi consultivi dell’amministrazione comunale, è “viziata” nella sua costituzione e nel suo operare da diverse omissioni giuridiche. La più clamorosa è relativa all’assenza del Regolamento di Funzionamento della stessa, condizione giuridica che consente, nei fatti, qualunque atteggiamento istituzionale che in tutti i comuni d’Italia regolamentati non sarebbe tollerato. In primo luogo, la nomina dei componenti , attraverso l’elezione prevista dal consiglio comunale, non è stata condizionata dalle incompatibilità, le quali se fossero state legittimamente previste probabilmente non avrebbero consentito a quattro su cinque degli attuali componenti di ricoprire quel ruolo. Mentre un’altra criticità forte emerge dalla mancata elezione del Presidente e del vicepresidente all’interno della commissione. Inoltre, i componenti non sono stati eletti, come invece prevede la legge, documentando curriculum nelle diverse materie, ma rispondendo solamente a dei requisiti di appartenenza politica, in quanto dovevano seguire queste indicazioni legislative: 1. )Esperto in Beni Ambientali; 2.) Esperto in Storia dell’Arte, discipline pittoriche, Arti figurative; 3.) Discipline agricolo – forestali, naturalistiche; 4) Discipline storiche; 5 .Legislazione dei beni culturali. Sembra che ad esclusione del componente Federico Conte, gli altri stenterebbero nel curriculum a dispetto di queste esigenze legislative.
Risulta davvero allarmante che le pratiche edilizie – urbanistiche , tutte soggette al parere obbligatorio di queste commissione paesaggistica, siano sottoposte ad un organo che vacilla sul fronte della credibilità istituzionale.
Nei prossimi giorni Il Secolo Nuovo presenterà un’inchiesta verità sull’adeguamento, probabilmente falsato, degli strumenti urbanistici cercolesi al Piano Paesistico dei Comuni Vesuviani.
Il direttore Gaetano Busiello