Cercola (Na) – Si sta per approvare in consiglio comunale – luned’ 29 aprile 2019 – il bilancio di previsione 2019 , il più importante provvedimento amministrativo dell’anno per i cittadini cercolesie e la Giunta Municipale, guidata dal sindaco Vincenzo Fiengo, si presenterà nell’assise cittadina in una composizione illegale: violata la legge nazionale che dispone la presenza di almeno il 40% di uno dei due generi.
Dopo le dimissioni forzate dell’assessore Caterina Manzo, mai discusse in consiglio comunale, la percentuale che ricopre il genere femminile, rappresentata dall’assessore alla Pubblica Istruzione Antonella Ferraro, raggiunge appena il 20%. Il fatto giuridico resta allarmante, perchè le dinamiche che starebbero animando l’attività politica de La Grande Accozzaglia, la coalizione molto eterogenea che sostiene Fiengo, sarebbero mirate a recuperar consensi per le elezioni europee a Giosi Ferrandino del PD: sarebbe indicato a Cercola dallo stesso Fiengo come metronomo per stabilire il grado di affidabilità dei suoi alleati, in particolare degli autori del “killeraggio politico” che avrebbe determinato le dimissioni della Manzo, parliamo del consigliere comunale Giuseppe Romano della Rinascita di Caravita e di Luigi Sorrentino, presidente del consiglio comunale, i quali hanno proposto per coprire la casella vacante Pamela Gambardella, vicina al PD metropolitano. E’ apparsa nelle settimane scorse sulla stampa una notizia che ipotizzò la nomina del nuovo assessore donna soltanto a conclusione delle elezioni europee del 26 maggio: ora tocca al primo cittadino locale smentire con una nomina prevoto europeo, visto che l’ex assessore Manzo è stata costretta ad andare via dal palazzo di Città da quasi due mesi.
Veniamo alla evidente violazione giuridica in corso. L’ art. 1, comma 137, legge n. 56/14, dispone che «nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico». Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 4626 del 5/10/2015, ha precisato che tutti gli atti adottati nella vigenza dell’ art. 1, comma 137, citato trovano in esso «un ineludibile parametro di legittimità» e, pertanto, un’ interpretazione che riferisse l’ applicazione della norma alle sole nomine assessorili effettuate all’ indomani delle elezioni e non anche a quelle adottate in corso di consiliatura consentirebbe un facile aggiramento della suddetta normativa. Quindi, anche il caso cercolese, dove la modifica della quota rosa si è determinata in corso di consiliatura, non rappresenta una condizione valida di aggiramento della normativa vigente. Inoltre il Consiglio di stato, con sentenza n. 406/2016, ha osservato che l’ effettiva impossibilità di assicurare nella composizione della giunta comunale la presenza dei due generi nella misura stabilita dalla legge deve essere «adeguatamente provata». Pertanto la materiale impossibilità di rispettare il dettato legislativo dovrà essere robustamente documentata al fine di non esporre gli atti di nomina della giunta a possibili annullamenti.
Si sta consumando un’altra pagina di incredibile imbarazzo per le istituzioni cittadine: oggi piegate ai voleri di un soggetto che ha ottenuto, con otto liste a sostegno ( assicurandosi anche meno voti dei suoi candidati al consiglio comunale) , poco più del 20% dei consensi della popolazione elettorale di Cercola. La fuga dal seggio elettorale dei cittadini ha concesso a chi governa la città di Cercola di mostrarci il lato peggiore della politica odierna.
a cura del direttore Gaetano Busiello