Cercola (Na) - Il tentato affare da quasi un miliardo di euro in 20 anni dei sei forni crematori da costruire nel perimetro del cimitero consortile di Massa di Somma è andato sotto la lente di ingradimento dei magistrati della Procura della Repubblica di Nola: infatti, il Pubblico Ministero Luca Pisciotta avrebbe aperto un’indagine sulla questione, sotto l’onda di cambiamento instaurata al tribunale nolano con l’arrivo dell’ex magistrato Antimafia Stefania Castaldi, oggi Procuratore Aggiunto a Nola, starebbe facendo condurre un’attività istruttoria che potrebbe regalare diverse novità al territorio.
Sotto indagine resta la tentata costruzione del più grande forno crematorio d’Italia, proprio a ridosso del Parco Nazionale del Vesuvio e nel Piano Paesistico dei Comuni Vesuviani. “Un affare da quasi un miliardo di euro a danno dei cittadini, che avrebbero dovuto subire l’inquinamento dell’aria per le centinaia di cremazioni al giorno, ovviamente i ristoratori e gli agricoltori del posto avrebbero subito il crollo verticale delle loro attività pregiate e i proprietari delle abitazioni avrebbero dovuto fare i conti con la svalutazione dei propri immobili”, quello esposto all’epoca dei fatti da Gennaro Manzo, capogruppo Lega in consiglio comunale a San Sebastiano al Vesuvio, fu un quadro apocalittico. Poi, a seguito dei vari esposti presentati dai coniglieri comunali di San Sebastiano al Vesuvio ( Manzo il 12 dicembre 2018) e di Massa di Somma Salvatore Esposito e Vincenzo Boccarusso ( il 18 dicembre 2018 ) ci fu una retromarcia incredibile dei tre sindaci sotto inchiesta ( Vincenzo Fiengo – sindaco di Cercola; Salvatore Sannino – sindaco di San Sebastiano al Vesuvio e Gioacchino Madonna – sindaco di Massa di Somma ) che invitarono , dopo che la conferenza dei servizi diede anche esito negativo, per non identificati motivi di interesse pubblico, di revocare la delibera che approvò – a luglio 2018 ( pubblicato a novembre 2018) il progetto porcata dei sei forni crematori. Il caso andò anche in Parlamento con un’interrogazione ai ministri competenti dei senatori Sergio Vaccaro e Sergio Puglia del Movimento Cinque Stelle. Le posizioni più critiche restano quelle di Giuseppe Gallo, capo del CDA cimiteriale, e dei tre sindaci Vincenzo Fiengo, Salvatore Sannino e Gioacchino Madonna.
Sarebbero gravi, independentemente dalla marcia indietro degli uomini del Consorzio Cimiteriale, le presunte violazioni di legge che sarebbero state commesse sia dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio Intercomunale dei Servizi Cimiteriali che dall’Asseemblea dei Sindaci nell’approvare il progetto presentato ad aprile 2018 dall’Edil Vispin s.r.l. , quasi in concomitanza con l’arrivo del tecnico al consorzio Michele Saggese ( già consulente al comune di Massa di Somma del sindaco Antonio Zeno e dell’assessore ai lavori Agostino Nocerino ), che fu approvato il 18 luglio 2018 dal cda consortile, guidato da Giuseppe Gallo ( Nominato dal sindaco Vicnenzo Fiengo ) , non conforme al prg cimiteriale, il quale prevedeva la costruzione di un forno crematorio ad una sola linea, non a sei come quello proposto dall’Edil Vispin s.r.l., approvato poi dal cda cimiteriale. Poi, di seguito approvato anche dall’assemblea dei sindaci ed inserito nel programma triennale delle opere pubbliche. Incuranti anche del parere dell’Asl, rilasciato all’ex capo dell’Ufficio Tecnico Comunale del Consorzio Cimiteriale Giuseppe Romano nel 2011, che obbligava la costruzione del tempio crematorio all’interno delle mura del cimitero e non fuori come, invece, riportato nel progetto sotto inchiesta.
Durante la fase istruttoria potrebbero emergere delle testimonianze che andrebbero fuori dalle semplici, pur sempre gravi, presunte violazioni di legge commesse nell’iter amministrativo dell’approvazione del progetto porcata dei forni crematori, ma potrebbero essere raccontate agli inquirenti anche delle relazioni utili a comprendere il senso vero di quest’altra vergognosa pagina amministrativa della storia istituzionale locale.
il direttore Gaetano Busiello