Cercola (Na) - Si chiariscono i contorni politici che hanno determinato la scelta del sindaco Vincenzo Fiengo di rassegnare le dimissioni. Sarebbero stati propri i suoi consiglieri comunali che lo sostengono nell’assise cittadina a mandarlo “momentaneamente” a casa: lo stesso, come da normativa vigente, ha venti giorni per ritirarle. Infatti, a 24 ore del terremoto politico che ha investito la tenuta politico istituzionale del comune emergerebbe la presentazione – ieri mattina – al protocollo generale del comune una lettera, indirizzata allo stesso Fiengo, sottoscritta da Luigi Sorrentino (Presidente del consiglio comunale – Cercola Libera ), da Giuseppe Romano ( Consigliere comunale del gruppo misto – Indipendente), da Marco Picardi ( Consigliere comunale – Sinistra Italiana ), da Luigi Di Dato ( Consigliere comunale – Partito Socialista Italiano ), da Riccardo Meandro ( Consigliere comunale – Movimento Democratico ), da Maria Rosaria Donnarumma ( Consigliere comunale – Movimente Democratico ).
CHIESTA LA TESTA DELL’ASSESSORE MAIONE, SFIDUCIATO DAI SUOI CONSIGLIERI IL VICESINDACO BARONE. I consiglieri dissidenti avrebbero chiesto la testa di Diego Maione, assessore al Patrimonio, esortando di mettere fuori dalla maggioranza consiliare la lista civica Svolta Popolare, della quale l’ex pidiellino Maione nè è espressione in Giunta Municipale, mentre Santolo Esposito la rappresenta in consiglio comunale: però il vero deus ex machina di tutta questa compagine civica è la banderuola politica del vesuviano Giuseppe Castiello, le cui ingerenze continue nelle scelte amministrative non sarebbero state digerite dalla parte critica dei consiglieri comunali. I consiglieri dissidenti avrebbero accusato la malagestione delle inziative amministrative, in particolare quella incredibile e critica dela riscossione dei canoni ai morosi dei palazzi comunali della 219 a Cravita, culminata con un parere pesantissimo sulla questione da parte del Collegio dei Revisori dei Conti che accusa pesantemente l’amministrazione comunale di incapacità a governare,nel mirino dei revisori c’è l’inadegutatezza al ruolo del sindaco Vincenzo Fiengo. I sottoscrittori dissidenti avrebbero invocato un’entrata nell’esecutivo del Partito Democratico. Naturalmente, non firmando la lettera il consigliere comunale Biagio Rossi, il vero antagonista di Fiengo, non vuol significare che non condivida la critica gestione della cosa pubblica di Fiengo e dei suoi “sparuti” accoliti, bensì sarebbe stata colta solo un’opportunità politica da non sprecare visto che sarebbe, proprio Biagio Rossi, l’uomo che dovrebbe sostituire Maione in Giunta Municipale, essendo, inoltre, l’ex assessore alla cultura, anche il candidato sindaco in pectore di questa nuova coalizione che si sta formando che vuole fortemente il voto in primavera. L’uscita di Maione e Svolta Popolare dall’esecutivo è accompagnata dalla chiara sfiducia a Vincenzo Barone, vicesindaco con delega ai Lavcori Pubblici e Urbanistica, posta dai due consiglieri Donnarumma e Meandro soltanto apponendo la firma sotto quel documento politico. Quindi, anche se Fiengo, fatto poco probabile, mandi nelle minoranze Svolta Popolare, avrebbe il nodo Barone, molto inviso ai dissidenti. Ed anche se saltasse Barone, poi, ci sarebbe il ritorno a governare sulle macerie prodotte dalll’azione di governo di Fiengo: morosità 219, prossimi danni erariale su mancata esternalizzazione delle strisce blu e riscossione tributi ( da non accantonare questione autovelox), fronteggiare l’approfondimento delle autorità di controllo del territorio sulla megapiscina di via Europa e sull’appalto di una struttura sportiva comunale aggiudicata ad un concorrente saenza requisiti, abusivismo edilizio nelle aree ad interesse pubblico e tanto altro ancora.
FIENGO RIMASTO SOLO CON TRE CONSIGLIERI E I SEPOLCRI IMBIANCATI DE LA GRANDE ACCOZZAGLIA. Il sindaco Vincenzo Fiengo ha solo tre consiglieri comunali che lo sostengono: Salvatore Carrotta e Luisa Piccolo ( Avanti Insieme) e Santolo Esposito (Svolta Popolare): la fine di questa consiliatura dietro l’angolo. Reggono al suo fianco i fondatori de La Grande Accozzaglia Giuseppe Gallo, Liberato Terracciano e Vincenzo Barone.
Ecco cosa dice la normativa vigente. E’ l’articolo 53 del testo Unico degli enti locali a regolare le dimissioni presentate dal sindaco, che diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al Consiglio comunale. Durante questi 20 giorni sindaco, Giunta e Consiglio hanno solo poteri di ordinaria amministrazione. Trascorso questo periodo, inizia la procedura di scioglimento del Consiglio comunale e cessano tutte le cariche politiche, gli articoli 90 e 110 che interessano gli uffici di supporto all’Amministrazione e gli incarichi a contratto.
L’avvio della procedura spetta al Prefetto che nomina un Commissario, detto prefettizio, fino alla conclusione del procedimento di scioglimento che termina con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno, entro 90 giorni.
Durante questi tre mesi, sempre con decreto del presidente della Repubblica, viene nominato un commissario straordinario, i cui poteri sono identici a quelli, sommati, del Consiglio, della Giunta e del sindaco.
La procedura di commissariamento termina con le nuove elezioni amministrative che nel caso del comune di Cercolapotrebbero coincidere con quelle previste per maggio 2020 per le regionali.
a cura del direttore Gaetano Busiello