Per qualche istante, poco prima delle 21 di ieri sera, sulla zona di vico Pero a via Santa Teresa degli Scalzi è calato il buio e si è illuminata la facciata del palazzo in cui il grande poeta di Recanati visse gli ultimi anni della sua vita per poi spegnersi il 14 giugno del 1837.
Sul palazzo è apparsa la proiezione del manoscritto I nuovi credenti canto satirico composto da Leopardi durante il suo soggiorno nella dimora di vico del Pero.
Il progetto realizzato da Eugenio Giliberti con il nome di: “Voi siete qui / Vico Pero / Giacomo Leopardi / Progetto di Artista Abitante” sostenuto dalla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III che custodisce tutta l’opera del grande poeta, manoscritti, autografi, documenti e testi lasciati per legato testamentario alla biblioteca dall’amico napoletano del poeta Antonio Ranieri, che con lui visse in quella casa.
Artista Abitante ha come obiettivo lo studio sulla memoria collettiva e completamente dedicato a Giacomo Leopardi, ai suoi ultimi anni di vita vissuti a Napoli, in cui si stabilì nel 1833 e con la quale ebbe un rapporto di amore e odio; inizialmente la bella e chiassosa città partenopea fu una cura per i suoi dolori ma poi ne divenne insofferente. Malgrado tutto, Leopardi morì a Napoli e la sua tomba è custodita al Parco Virgiliano, motivo di orgoglio per i napoletani che hanno omaggiato il più grande poeta di tutti i tempi.
Di Claudia Esposito