Michael Houghton, vincitore del premio Nobel per la medicina 2020, ha affermato in una conferenza online che entro cinque anni potremmo avere un vaccino efficace contro l’infezione da epatite C.
Si stima che ogni anno ci siano fino a due milioni di persone contagiate e che nel mondo ci siano circa 70 milioni di infetti, la maggior parte senza nemmeno saperlo. L’HCV provoca circa 400.000 decessi all’anno e le persone infette spesso sviluppano malattie mortali come la cirrosi epatica o il cancro al fegato.
I progressi scientifici compiuti per creare il vaccino contro il covid hanno accelerato lo sviluppo di un possibile prodotto che immunizzi l’epatite C: le nuove tecnologie di mRNA e adenovirus sono infatti in grado di indurre una valida risposta immunitaria capace di distruggere l’HCV. Houghton e i suoi colleghi stanno attualmente studiando un vaccino potenziato in grado di produrre anticorpi multipli che non lasciano fuori alcun virus, impedendogli di mutare e neutralizzandolo.
Se tutto va come previsto, la sperimentazione clinica potrebbe cominciare già dal prossimo anno con la prima fase; la fase due seguirà tra il 2023 e 2026, condotta in piccoli gruppi di persone. Il vaccino potrebbe quindi essere messo a disposizione ad altre categorie a rischio , come operatori sanitari e bambini nati da madri positive all’epatite C.
Per quanto riguarda i benefici, quelli del vaccino non saranno solo sanitari, ma anche economici: immunizzare le stesse persone con un vaccino richiederebbe “solo” 16 milioni di dollari, cifra molto più bassa di possibili medicinali adatti a curare pazienti tossicodipendenti infetti per oltre dieci anni, che ammonterebbe a circa 800 milioni di dollari.
a cura di Luisa Ramaglia